GROSSETO. Avere il privilegio di poter seguire un evento importante come l’amichevole fra il Grosseto e la Fiorentina, in una calda serata d’agosto, a bordo campo è stato davvero bello. E la cornice di pubblico che ha saputo regalare il Carlo Zecchini ha fatto da sfondo al ritorno del “calcio vero”, quello vissuto nella lunga cavalcata in serie B dell’era del Comandante Piero Camilli.
Nell’ottobre del 2002 la Fiorentina, si chiamava però Florentia Viola e il campionato era quello di serie C2, la squadra gigliata rimediò dal Grifone di mister Paolo Indiani una sconfitta, grazie alla doppietta del siriano Cheik. Anche allora, però, lo stadio era stracolmo con quasi 8 mila spettatori. E l’atmosfera di martedì 1° agosto è sembrata la stessa, magari con meno tensioni della gara di campionato.
In campo c’era anche bomber Christian Riganò, che martedì sera era in curva, a tifare la sua squadra.
Il pre-partita
Già un’ora e mezza prima del fischio d’inizio della gara, lo Zecchini ha incominciato a ribollire d’entusiasmo e le due curve, la Nord e la Sud, a riempirsi. Tifosi mischiati come dovrebbe essere lo sport senza barriere: biancorossi e viola, amici-rivali, intenti a cantare i propri cori, senza mai offendere, se non qualche stilettata verso le rivali storiche, Siena e Juventus.
E che dire di quando i calciatori sono scesi in campo per testare il terreno? Un nugolo di ragazzini ha letteralmente assalito i giocatori della Fiorentina, e chi si è fermato per un autografo, Nicola Milenkovich o Cristiano Biraghi, mister Vincenzo Italiano o Nico Gonzalez, è stato circondato con la marcatura molto più ferrea che durante la partita.
In tribuna l’arrivo di tante autorità, dal sindaco AntonFrancesco Vivarelli Colonna insieme a diversi assessori, mentre a dare un aiuto alla macchina dei soccorsi in campo anche Fausto Turbanti, presidente del consiglio comunale, con la sua divisa d’ordinanza.
Il direttore generale della Viola, Joe Barone, ha voluto farsi fotografare, sempre con i tanti giovanissimi, davanti alla curva Sud dove si erano accomodati i tifosi arrivati anche da Firenze, oltre che da gran parte della Maremma: da Follonica all’Amiata, di fede Viola. Con lui il patron biancorosso Giovanni Lamioni: cosa ripetuta a distanza di pochi minuti, quando proprio Lamioni ha donato a Barone una targa ricordo dell’evento, come gesto di gemellaggio fra le due società.
I 90 minuti
La sfida tra una squadra di serie A e una di serie D è stata la classica partita agostana: ritmo senza dei veri sussulti, con la Fiorentina che ha dettato il possesso palla e mister Italiano a richiamare a gran voce chi non svolgeva il proprio compito; il Grosseto di mister Vitaliano Bonuccelli, ben messo in campo dal Condor, a rendere la vita difficile ai più blasonati avversari.
Lo spettacolo però è continuato incessante sulle tribune: se la Nord incitava i biancorossi con canzoni e anche con qualche coro particolare, la Sud ha cantato come se fosse al Franchi di Firenze, e i calciatori lo sentivano distintamente.
Il relax in panchina
Fra una girandola di cambi, è stato divertente anche poter ascoltare e “rubare” i commenti dei compagni di squadra, specialmente quelli della Fiorentina rivolti a chi stava giocando. Qualcuno ha anche chiesto quanti tifosi ci fossero, e alla risposta lo sguardo di apprezzamento ai 6800 presenti diceva tutto.
Il centravanti viola Artur Cabral è stato più che sincero alla domanda se nel primo tempo aveva subito un fallo in area. «No, no – ha detto il brasiliano – il difensore ha preso prima la palla, non era rigore», cosa che ha fatto enormemente piacere anche all’arbitro, Leonardo Buchignani di Livorno alla fine della partita, sentito il commento del giocatore.
I siparietti in panchina sono continuati: Dodò quando ha visto un intervento energico del marocchino Sofyan Amrabat proprio davanti a lui, gli ha urlato a gran voce in italiano «Sei un animale», parole che hanno fatto ridere di gusto i vicini. Impossibile capire cosa si stavano dicendo Alfred Duncan, o Luka Jovic e Aleksander Kokorin, entrati poi per uno scampolo di partita, ma certamente c’era intesa fra il serbo e il russo, che con la sua capigliatura oro platino e il fisico statuario non è passato di certo inosservato: i tifosi che erano in tribuna hanno cercato a lungo di farsi sentire, acclamandolo.
Il commento del presidente del Grosseto Antonio Fiorini
Poi c’erano i bambini, quelli che stanno crescendo nel vivaio del Grosseto, con la maglia biancorossa addosso, che si sono messi a urlare per richiamare l’attenzione dei loro idoli gigliati: «Sabiri, Sabiri, vieni qua», gridavano attaccati alla balaustra della nord. Ma il calciatore, dal campo, non poteva sentirli. I baby calciatori sono rimasti per tutta la gara lì, ad aspettare di intercettare almeno uno sguardo del loro beniamino, in una serata di calcio che è stata una festa per tutti.
«Premesso che è stata una serata magnifica per la città di Grosseto e che io non voglio mai perdere – ha detto il presidente Antonio Fiorini in sala stampa – ormai avevo sperato di poter chiudere almeno il primo tempo in pareggio contro la Fiorentina. I valori sono ovviamente diversi, ma questo Grosseto, questi ragazzi, hanno dato tutto e le premesse per una stagione da protagonisti sono ottime. Il mio ringraziamento va al pubblico, che ci ha fatto vivere una serata da ricordare a lungo».
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Giornalista di MaremmaOggi. Ho iniziato a scrivere a 17 anni in un quotidiano. E da allora non mi sono mai fermato, collaborando con molte testate: sport, cronaca, politica, l’importante è esagerare! Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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