Falaschi firma "La fabbrica delle storie" per Follonica Skip to content

Falaschi firma “La fabbrica delle storie” per Follonica

Il docufilm sarà proiettato per la prima volta il 14 giugno al teatro Fonderia Leopolda, in occasione dei festeggiamenti del centenario della città
La fabbrica delle storie, film di Francesco Falaschi con sceneggiatura di Sacha Naspini, nella foto con Haber
La locandina del film, Sacha Naspini, Alessandro Haber e Francesco Falaschi

FOLLONICA. La città compie 100 anni e il regista Francesco Falaschi fa rivivere la sua storia per immagini. Con un film metà fiction e metà documentario, perché la storia a volte va anche saputa raccontare. “La fabbrica delle storie – Follonica 1842-2023” è l’ultima fatica del regista grossetano. Sarà presentata in anteprima il 14 giugno nel pomeriggio, al teatro Fonderia Leopolda, durante i festeggiamenti del centenario. La proiezione si ripeterà poi alle 21.

Alla sceneggiatura del docufilm ha collaborato lo scrittore Sacha Naspini, la sua impronta è ben visibile anche nei dialoghi. «Conosco Sacha da circa 10 anni – dice Falaschi – abbiamo scritto diverse cose insieme, questa è la prima che “vede lo schermo”, è stato un piacere lavorarci insieme, ha una scrittura molto visiva, dinamica, densa, bella anche da vedere recitata».

Tra gli attori, messi alla prova anche con impegnativi monologhi, ci sono giovani esordienti che hanno già bucato lo schermo in alcuni film italiani d’autore e “vecchie” conoscenze di Falaschi. Nel cast c’è Blu Yoshimi, Luigi Fedele, Cristina dell’Anna, Cecilia Dazzi e Alessandro Haber. L’altra grande protagonista è Follonica, tutta, che viene raccontata attraverso le voci dei personaggi e i contributi che i cittadini hanno dato alla pellicola.

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Una foto dal set. Da sinistra. Francesco Falaschi, Luigi Fedele e Cecilia Dazzi

Follonica bella, Follonica città giovane

Era appena maggiorenne Falaschi quando ha iniziato a conoscere la città. «Facevo il bagnino a Castiglione – racconta il regista – staccavo e andavo nella mia libreria di fiducia, la Chiti, che è ancora lì. Con Follonica c’è un ottimo rapporto da anni. Ci ho girato “Quasi fratelli” che vinse nel 1999 i David di Donatello come miglior cortometraggio. È una città vocata per il cinema, qui ho tenuto anche alcuni corsi. Ho un ottimo rapporto anche con i follonichesi e la città è un luogo con un’apertura mentale notevole».

Nel film si celebrano 100 anni di gioventù della città. «Follonica è giovanissima. Lo dico anche nel docufilm. Nonostante sia una città giovane, ha comunque un bel bagaglio di memoria. Si meritava di rielaborarla e con l’audiovisivo tutti la possono apprezzare in maniera più immediata».

La fabbrica delle storie locandina del film
La locandina del film

Per il film la collaborazione con l’amministrazione e con i cittadini è stata provvidenziale. «Follonica è una città inconsueta – dice Falaschi – ha tante cose belle. È una città dalla creatività contemporanea e la collaborazione con i cittadini e le varie famiglie ha aiutato a rendere evidenti cose e fatti molto interessanti. La collaborazione reciproca con il Comune si è mossa sempre nel rispetto della creatività mia e di Sacha Naspini. Raramente si trovano amministrazioni con questa sensibilità, Follonica non è un terreno arido per l’arte».

“La Fabbrica delle storie”: non è un film, non è un documentario

La fabbrica delle storie non è un documentario classico né un film. Compensa “quello che non è” con cosa potrebbe essere per gli spettatori.

Ha dentro degli elementi di fiction alternati ad altri di pura storia. «Il film è un invito ad affezionarsi a queste storie di persone e luoghi – dice Falaschi – i personaggi sono inventati ma potrebbero essere benissimo reali. Nel film ci sono dei flash che aprono uno squarcio sulla vita nelle varie epoche. Ce ne è uno per il 1842, uno per il 1923, per il 1960, il 1995 e, immancabile, quello contemporaneo».

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Una foto dal set. Da sinistra: Sacha Naspini, Alessandro Haber e Francesco Falaschi

«Il docufilm è il frutto del lavoro di una bella squadra di collaboratori – descrive Falaschi – gente di cinema che ha applicato il linguaggio cinematografico a un documentario “interpretato”: racconta momenti di storia con le loro emozioni.».

Un film per tutti, «Una base per costruire ide per il futuro»

Falaschi descrive “La fabbrica delle storie” come un film davvero per tutti. «Si racconta di un giovane ambizioso che vuole cambiare vita, due donne madri di famiglia, ci sono cinque storie legate alla città che cambia – dice Falaschi – a fare da collante c’è la giovane universitaria che si muove ai giorni nostri. Chiunque sia interessato a vedere dietro a quello che viene dato per scontato, scoprirà l’identità di una città che forse non si aspettava».

«Il film può rappresentare una base per costruire idee per il futuro – conclude Falaschi – due personaggi importanti sono ventenni, è una produzione che parla non solo a chi è di Follonica e rivede la sua città, ma anche a chi non la conosce. Sono storie universali descritte in un contesto storico comune a tutto il Paese. Non è un’operazione “localistica” anche grazie alla lungimiranza della committenza».

Così Falaschi e Naspini hanno sintetizzato poco meno di 200 anni in una visione cinematografica. “La fabbrica delle storie” sembra destinato a uscire dal golfo e a farsi ricordare per, almeno, altri 100 anni.


 

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