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Autismo e lavoro, la lunga attesa di Michele

La storia di un ragazzo speciale e coraggioso che, da mesi, attende una risposta per un progetto di inserimento lavorativo

ROCCASTRADA. «L’autismo non è contagioso. L’indifferenza sì». Questa frase, Michele Socci, un ragazzo autistico che vive con la famiglia a Roccastrada, l’ha scritta 5 anni fa. Quando di anni ne aveva 15. Era contenuta in una lettera che aveva inviato al Tg5, in cui descriveva la sua condizione e che allora suscitò molto scalpore.

Oggi Michele ha 20 anni, sta per prendere la maturità scientifica, è circondato dall’affetto di amici e familiari, è seguito da un neuropsichiatra, da un educatore e dai servizi. Ma non basta per avere un pieno inserimento sociale, in grado di valorizzare le competenze che ha acquisito negli anni e le caratteristiche che lo rendono unico.

Spesso Michele e la sua famiglia si sono scontrati con il pregiudizio, come è accaduto qualche anno fa al Teatro del maggio a Firenze, altre volte con le difficoltà e le lungaggini burocratiche, indipendenti dalle reciproche volontà, che possono trasformare un inserimento lavorativo in un percorso a ostacoli.

È il padre di Michele, Marco Socci, a raccontare l’ennesima storia. «Non per fare polemica – ci tiene a precisare – ma solo per rendere testimonianza di quanto la nostra società non sia in grado di accogliere bene i ragazzi nelle stesse condizioni di Michele. E non importa quanto le famiglie, i servizi e le strutture di supporto si diano da fare, il risultato è quasi sempre lo stesso». 

In attesa che il progetto decolli

Nel caso specifico l’idea per Michele sarebbe un inserimento lavorativo di natura socio-teraputica con Unicoop Tirreno. «Michele ha la mania dell’ordine e ci sembrava che rimettere a posto gli scaffali, ad esempio, fosse per lui una buona occupazione. Peraltro, 5 anni fa, dopo la lettera al Tg5, era stata la stessa Unicoop a chiamarci, informandoci dei loro progetti per le persone in difficoltà. Allora mio figlio era minorenne e dissi che, se ci fosse stata ancora la possibilità, ci saremmo fatti vivi dopo qualche anno», racconta Marco.

E ora il momento è arrivato. 

«Ricordandoci del contatto di allora, abbiamo considerato l’idea di un inserimento per Michele. Ne abbiamo parlato con il neuropsichiatra e gli assistenti sociali, proponendo Unicoop Tirreno e indicando come ipotesi quella di uno dei loro negozi nel comune di Roccastrada». 

A quel punto la pratica è passata ai servizi sociali che hanno tenuto i rapporti con l’azienda. Infatti, come spiega Elisabetta Mori, responsabile unità funzionale Servizi socio assistenziali del Coeso SdS, sono loro che «in accordo con gli interessati e con le famiglie, predispongono un progetto di vita che può prevedere anche l’inserimento socio terapeutico. In questi casi i servizi, sempre in accordo con la persona con disabilità e i familiari, possono fare da tramite nell’individuazione di un soggetto adatto a ospitare la persona da inserire».  

Un percorso lungo, ma la conclusione è prossima

Il percorso per Michele, dunque è delineato, ma mancano ancora alcuni passaggi per renderlo effettivo. Unicoop, infatti, ha dato la propria disponibilità ad accoglierlo dove sarà concordato con la famiglia. Salvo verificare, con il supporto dei servizi, se ci sono le condizioni e i requisiti perché Michele possa essere ospitato in uno dei negozi senza pericoli per la sua sicurezza, spiega Unicoop Tirreno. Dunque, i tempi sono legati ai necessari passaggi che devono essere fatti per un progetto di questa natura.

A breve dunque, i servizi sociali del Coeso riceveranno una mail di risposta che in qualche modo metterà un punto fermo alla pratica di Michele in un senso o nell’altro. 

Non sempre i tempi sono in linea con le aspettative delle famiglie

In questo periodo, sono il Coeso Sds segue 75 persone che stanno effettuando il loro percorso di inserimento. «Ovviamente – spiega Mori –  non possiamo garantire che le imprese o gli enti individuati e contattati accettino l’inserimento. Così come non possiamo assicurare che i tempi per l’inserimento proposti dal soggetti ospitante siano in linea con le aspettative e le esigenze della persona assistita. Nel caso in cui l’inserimento proposto non sia accolto o i tempi previsti non siano congrui con il progetto di vita, i servizi sociali si mettono in moto per trovare un’altra soluzione adeguata».

 

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