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Agricoltori, la protesta si allarga

In tanti al presidio dalla Maremma: c’è chi arriva in auto per dare il cambio e chi per portare il cibo ai colleghi. «Travolti da un’ondata di solidarietà»
Il presidio degli agricoltori maremmani sulla Nomentana

di Matilde China

GROSSETO. Continuano le proteste degli agricoltori. Stanziati sulla Nomentana, i lavoratori agricoli provenienti da tutta Italia attendono le prossime mosse del governo. Nella giornata di ieri, domenica 11 febbraio, quattro mezzi di Riscatto Agricolo si sono spinti, scortati dalle autorità, fino al Colosseo, sfilando per le vie centrali della capitale; alle ore 16, il colloquio con il ministro Lollobrigida. 

Tra i due comitati di rappresentanza, si avverte però qualche attrito. Domenica 11 febbraio, quattro dei setti membri del direttivo del “Cra agricoltori traditi” hanno presentato le dimissioni, prendendo le distanze dal leader Danilo Calvani, organizzatore della manifestazione che si terrà giovedì 15 al Circo Massimo. Ad accoglierli Riscatto Agricolo, l’associazione nata in Toscana e ricevuta ieri dal ministro Lollobrigida.

In 70 al presidio sulla Nomentana

Gli agricoltori maremmani non mollano. Circa settanta si trovano al momento sul presidio della Nomentana, intenzionati a trattenersi fino almeno al 26, quando si terrà il Consiglio dell’Unione europea. Fino ad allora, la protesta va avanti e, dalle campagne maremmane, altri mezzi si sono mobilitati per raggiungere il presidio e dare il cambio a chi ha trascorso il fine settimana sul posto.

Tra gli agricoltori, c’è entusiasmo per l’altro numero di adesioni da tutta la provincia e per il sostegno proveniente da chi è rimasto a casa: «C’è chi ha raggiunto il presidio in macchina, portandoci da mangiare – commenta uno dei partecipanti – altri arrivano e si trattengono solo qualche ora per manifestarci il loro appoggio. I colleghi ci telefonano continuamente per sapere come si evolve la situazione».

Numerose le manifestazioni di solidarietà della popolazione locale: «Alcuni alberghi della zona ci hanno offerto un prezzo di favore per le loro stanze – continua – qualcuno ha avuto la possibilità di lavarsi e dormire in un letto caldo. In molti hanno capito le ragioni della nostra protesta e il loro aiuto alla causa ne è la dimostrazione». 

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