L'inchino degli aerei al generale Brentegani | MaremmaOggi Skip to content

L’inchino degli aerei al generale Brentegani

L’Aeronautica ha reso omaggio all’ex comandante di Poggio Ballone e lo ha salutato per l’ultima volta. Folla commossa ai funerali

GROSSETO. Hanno sorvolato l’obitorio del Misericordia, inchinandosi alla memoria del loro generale. Gli aerei dell’Aeronautica, decollati dalla base militare, hanno così reso omaggio, domenica 4 giugno, al generale Bruno Brentegani, morto a 71 anni sabato 3 giugno. 

Brentegani era ricoverato in terapia intensiva da giorni: sabato, la notizia della sua morte, è arrivata come un fulmine a ciel sereno in città, dov’era molto conosciuto e amato. Non soltanto come militare – oltre a pilota di tornado, Brentegani è stato anche comandante di Poggio Ballone – ma anche e soprattutto come uomo. 

Gli amici e la stessa Arma aeronautica si sono stretti attorno ai familiari del generale, alla moglie Mariella e ai figli Andrea e Luca nel giorno dell’ultimo saluto, nella cappella del cimitero di Sterpeto.

Brentegani è stato ricordato da tutti come un uomo amorevole, coraggioso, dedito alla famiglia e innamorato del volo, la sua più grande passione. 

«Noi siamo uomini, ma saliamo verso di te…»

Brentegani era amato da tutti, era un uomo distinto, sempre gentile e composto: così lo hanno ricordato gli amici e i colleghi. Era un pezzo importante delle vite di chi era presente al funerale e per questo gli hanno reso omaggio raccontando gli aneddoti di vita che hanno vissuto in sua compagnia. Un collega del settantunenne ha recitato la preghiera degli aviatori.

«Noi siamo uomini, ma saliamo verso di te dimentichi del peso della nostra carne, purificati dei nostri peccati. Fa, nella guerra, della nostra forza la tua forza, o Signore, perché nessun ombra sfiori la nostra terra e fa, quando sia l’ora, dei tuoi cieli la nostra corona. E sii con noi come noi siamo con te, per sempre», così recita la preghiera che ricorda la sfida più dura per chi lasciamo quando ce ne andiamo, cioè la morte di chi ha donato la propria vita alla famiglia, alla patria e agli amici, in questo caso anche al volo e al suo amato sigaro. Il vuoto che rimane nei cuori dei famigliari, amici e colleghi è incolmabile.

La famiglia ringrazia per tutte le belle parole spese e per la presenza numerosa di chi ha fatto parte della sua vita, di chi lo ha visto lavorare, oppure anche di chi ha fatto qualche viaggio su e giù per l’Italia nei fine settimana per portare il figlio a giocare a basket, o ancora di chi ha condiviso con Bruno una stanza per ridere e divertirsi.

 

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