GROSSETO. Il 26 aprile 1943 era un lunedì di Pasqua. Decine di famiglie grossetane si erano ritrovate al luna park appena fuori Porta Vecchia. Quel giorno di 80 anni fa, alle 14, Grosseto venne bombardata per la prima volta durante la seconda guerra mondiale. Fu una strage: la pioggia di bombe a frammentazione sganciate dallo stormo di fortezze volanti americane fece 134 morti, tra cui molti bambini che stavano giocando alle giostre, e 200 feriti.
Il 2023 è un anno particolare, la cifra tonda degli 80 anni da quel lunedì dell’Angelo, che ancora resta una ferita aperta nella memoria collettiva della città. Da quel primo bombardamento tragicamente denominato “Operazione uovo di Pasqua“, ne sarebbero seguiti altri 18, ma nessuno con quella forza distruttiva. Quei morti oggi sarebbero stati definiti “effetti collaterali”, come si usa dire quando un’azione militare compie una “inattesa” strage di civili inermi.
I boeing della United States Army Air Forces, infatti, avevano come obiettivo il vicino aeroporto militare. Ancora non tutto è stato chiarito di quel giorno drammatico, durante il quale le bombe caddero anche sull’ospedale della Croce rossa e la Casa della madre e del bambino.
Due anni fa, l’editore Stefano Innocenti, il cui padre, il professor Mario, si salvò dal bombardamento perché costretto a rimanere in casa per un piccolo infortunio, aveva lanciato un appello: voleva raccogliere ulteriori testimonianze per una nuova pubblicazione, ma non è facile trovare persone che ancora ricordino con lucidità quei tragici momenti.
Bernardini: «80 anni e nessun evento commemorativo»

E dopo il 25 aprile, anche il 26 è occasione di polemica per il sindaco e la giunta di Grosseto. La consigliera d’opposizione Rita Bernardini, nelle scorse settimane aveva presentato un’interrogazione per chiedere quali eventi commemorativi sarebbero stati organizzati per l’ottantesimo anniversario del bombardamento della città. Suggerendo anche un percorso condiviso con le scuole o coinvolgendo la testimonianza “storica” di chi è ancora vivo.
E invece niente di tutto questo. «Mi sarei aspettata qualcosa di “importante” in una giornata come oggi», scrive Bernardini. «Non un atto politico ma la celebrazione del ricordo per le vittime civili innocenti», prosegue ricordando quanto è stato fatto negli anni successivi per non perdere la memoria della strage.
«Il vescovo Paolo Galeazzi, già dai primi anni dopo la fine del conflitto, espresse l’intenzione di realizzare un monumento in ricordo delle vittime civili dei bombardamenti, che si concretizzò tra il 1954 e il 1958 con l’edificazione della basilica del Sacro Cuore, consacrata nel quindicesimo anniversario della strage di Pasquetta. All’interno della chiesa venne realizzata una cripta in memoria dei caduti, con una lapide recante i nomi di tutte le vittime del bombardamento.
Nel giorno del cinquantesimo anniversario, il 26 aprile 1993, il Comune pose una targa in ricordo dell’evento all’esterno delle mura in piazza Esperanto. Il 26 aprile 2003, in occasione del sessantenario, fu inaugurato in via Ximenes un monumento dedicato alle vittime», aggiunge con rammarico perché niente è stato fatto per l’ottantesimo anniversario.
Nel 2013, per la commemorazione dei 70 anni della strade, il sindaco Emilio Bonifazi, intitolò alle vittime del 26 aprile 1943 l’area verde di viale Porciatti, nel camminamento esterno intorno al bastione Fortezza delle Mura medicee.
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Redattrice di MaremmaOggi. Laurea in Lettere moderne, giornalista dal 1995. Dopo 20 anni di ufficio stampa e altre esperienze nel campo dell’informazione, sono tornata alle "origini" prima sulla carta stampata, poi sulle pagine di MaremmaOggi. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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