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Una nuova ricerca sulla strage di Pasquetta

L’editore Stefano Innocenti: «Voglio restituire la memoria delle 134 vittime del bombardamento alleato»
Le bombe cadono su Grosseto. Nel riquadro Stefano innocenti
Le bombe che cadono su Grosseto e, nel riquadro, Stefano Innocenti

GROSSETO. Sulla famigerata “Operazione uovo di Pasqua”, il bombardamento alleato di Grosseto, il 26 aprile 1943, costato alla città 134 morti, non è mai stata fatta del tutto chiarezza.

Negli anni, sono saltati fuori documenti inediti, i più recenti nel 2021, grazie a Riccardo Bernardini, 65enne grossetano appassionato di plastimodellismo, incappato in alcuni microfilm dell’archivio del quartier generale di Maxwell Air Force Base, in Alabama, con atti desecretati, che raccontano la preparazione e l’epilogo dell’operazione.

O prima ancora, la lettera inviata all’allora presidente americano, Franklin Delano Roosevelt, da Papa Pio XII e dal vescovo di Grosseto, monsignor Paolo Galeazzi, che stigmatizzavano il bombardamento di civili.

Ritrovata dall’editore grossetano Stefano Innocenti, la lettera è stata pubblicata alcuni anni fa nella sua riedizione del libro del 1978 “Operazione Uovo di Pasqua”, di Silvio Ghiara e Guido Scarlini. Arricchita anche dai risultati di nuove ricerche che hanno permesso di acquisire relazioni ufficiali dell’epoca, contenute in un microfilm dell’attacco, rintracciato dal maresciallo Massimiliano Arieti del IV Stormo.

Innocenti: «Cerco testimonianze di amici e familiari delle vittime, per restituire ai morti la doverosa memoria»

Proprio ripubblicando il libro di Ghiara e Scarlini, Stefano Innocenti, che ha un’intera sezione del suo ricco catalogo dedicata alla storia locale, ha cominciato a fare anche altre ricerche, con l’obiettivo ambizioso ma non impossibile di raccogliere le testimonianze dei parenti e di chi ha ancora un ricordo di quei drammatici eventi.

«Lancio un appello – dice Innocenti – a chi, in particolare, ha perduto una persona cara, che sia disponibile o in grado di raccontare quello che accadde, dove si trovava in quel momento il parente o l’amico che ha perso la vita. Cerco anche testimonianze dirette in modo da ricostruire il conteso di quel tragico giorno. Che era un momento di festa in cui i bambini erano fuori a giocare. Se qualcuno ricorda e vuole fare un’intervista mi può contattare alla mail stefano@innocentieditore.com», aggiunge Innocenti.

Il padre Mario salvo per una marachella

Innocenti lavora da anni a questo progetto e il suo desiderio è di farlo uscire nell’anniversario della morte del padre, il compianto professor Mario Innocenti, scomparso il 23 ottobre 2010, a cui il figlio ha appena dedicato un premio letterario con materiale inedito legato alla Maremma. 

«Mio pare era nato nel 1936 e all’epoca dei fatti aveva 7 anni. Si era lussato una spalla in casa, divertendosi a saltare prima una, poi due sedie. Fu costretto in casa da una robusta “chiarata”, l’impacco per tenere fermo il braccio, e forse chissà, se anche lui fosse stato fuori a giocare….».

Ricordi, emozioni, storie già raccolte in parte, insieme alla preziosa testimonianza di Don Franco Cencioni, che già allora amministrava il culto a Grosseto e che ha consegnato a Innocenti importante materiale inedito.

Un anno fa il primo appello sulla stampa per raccogliere testimonianze

Circa un anno fa l’editore aveva fatto un annuncio sulla stampa per cercare persone disposte a raccontare del 26 aprile 1943. Lo aveva, quindi, chiamato Francesco Carri, il vicepresidente vicario di Banca Tema, per dirgli che il padre Roberto, 93 anni, ricordava bene quei giorni, ma l’anziano è deceduto prima che Innocenti riuscisse a parlarci. 

«È un mio grande rammarico – dice – e per questo vorrei concludere la ricerca prima che la memoria si perda. Ci vuole tempo, anche anni per mettere insieme tante fonti, ma il progetto va avanti, ci saranno foto e immagini, vorrei trovare quelle dei morti, le cui spoglie sono custodite nella cripta della chiesa del Sacro Cuore. 

Vorrei ricostruire la vita del tassista della stazione, ucciso dentro al suo mezzo, della mamma che perse una delle due figlie con lei in bicicletta, per dare uno spaccato inedito di quello che fu davvero il bombardamento dal punto divista delle persone che lo hanno vissuto. Senza addentrarmi in disamine storiche che già sono state fatte, ma raccontando l’operazione “Uovo di Pasqua” per quello che è costata alla città», conclude Innocenti.

Per contattarlo, stefano@innocentieditore.com

 

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