100 anni di Follonica: un "Mare di ghisa" | MaremmaOggi Skip to content

100 anni di Follonica: un “Mare di ghisa”

Il libro di Prunetti è già disponibile nelle librerie e sarà presentato il 14 giugno al teatro Fonderia Leopolda in occasione dei festeggiamenti del centenario della città
Mare di ghisa, il libro di Alberto Prunetti (nella foto di destra)
La copertina di “Mare di ghisa” di Alberto Prunetti (a destra)

FOLLONICA. Il libro curato da Alberto Prunetti è intrigante già dal titolo. “Mare di ghisa” contrappone la liquidità dell’acqua che bagna il golfo, alla solidità della ghisa. Una lega ferrosa che a sua volta deve essere fusa prima che possa prendere la forma di un prodotto finito. Così è Follonica: una città dove lo skyline è disegnato da una storia che ha accostato la forgia all’ombrellone. Una storia che tutt’oggi fluisce, desiderosa di dire ancora dell’altro.

Prunetti presenterà il volume il 14 giugno alle 16.30, al teatro Fonderia Leopolda, durante i festeggiamenti del centenario.

“Mare di ghisa”, come suggerisce l’altra parte del titolo, è un’inchiesta sui primi cent’anni del comune di Follonica. È un testo forgiato a più mani. A battere il ferro ci sono quelli di Prunetti, ma all’interno ci sono i contributi di Letizia Bindi, Ilaria Cansella, Andrea Cordovani, Vanessa Roghi, Claudio Saragosa, Adolfo Turbanti e Massimiliano Valerii.

Ogni contributo è complementare all’altro e la veste grafica lo impreziosisce. «Abbiamo iniziato a lavorarci da circa un anno. Alla fine la sensazione è quella che tutti i tasselli abbiano trovato il loro posto. Ogni parte dialoga con l’altra, anche in maniera involontaria. Si percepisce un registro comune», dice Prunetti. 

«L’edizione è bella anche dal punto di vista editoriale – prosegue Prunetti – la copertina rigida, rilegata, ha un formato verticale che riprende la verticalità architettonica follonichese. C’è una bella serie di fotografie d’epoca, documenti d’archivio. Con una storia che inizia nel 1915 e prende vita dall’autonomia della città, conquistata nel secondo dopoguerra, grazie a volti di progressisti, come l’operaio Giobatta Santini. C’è il suo busto in ghisa nel municipio cittadino. Fu il primo sindaco democratico di Follonica, quello che ha gettato l’embrione della città che è oggi».

Mare di ghisa: scienza, storia e racconto

Il libro unisce sguardi diversi sulla città, con un approccio che non è autoreferenziale. «La serie di “vedute” è fatta da persone che tengono un piede dentro Follonica e uno fuori – dice Prunetti – un urbanista, un’antropologa, storici, un giornalista sportivo, un sociologo e uno scrittore (Prunetti). Figure che delineano una narrazione rigorosa dal punto di vista scientifico e fosse scritta con registri differenti. Dalla scrittura fiction al saggio accademico, alle forme intermedie».

Il connubio di contributi diversi investiga Follonica da tanti punti di vista. «Quello di Cordovani, oggi giornalista ma anche tifoso hockey – ricorda Prunetti – scrive di sport ma dal punto di vista degli spalti e non della pista. Follonica dal punto di vista del tifoso».

Follonica una, dieci, cento città

Follonica era un centro abitato legato alla produzione della fabbrica, poi è arrivato il turismo. «Ha un passato di villaggio industriale – dice Prunetti – successivamente si è scoperta città di mare. Dentro di lei vivono molte identità. È una ma è anche tante città diverse. Rimane uno dei centri più giovani e vitali di un Paese che demograficamente sta invecchiando».

Prunetti è tornato a Follonica circa un anno fa. «Mancavo da quasi 30 anni – ricorda – Sono andato via a 18 anni, ora ne ho 50. Tornavo appena potevo quando facevo da pendolare. Il mio rapporto con la città è complesso, ruota intorno ai luoghi a cui sono legato. Con Letizia Bindi abbiamo creato dei percorsi emotivi nel libro».

«L’occasione del mio rientro è legata alla frequentazione di spazi come l’ex lIva. Questa memoria di ghisa è sempre stata centrale nella mia opera e la biblioteca di Follonica riamane uno dei pilastri della mia formazione culturale» dice Prunetti.

Follonica negli ultimi anni è cresciuta anche dal punto di vista culturale. «C’è il Magma il cinema Tirreno, tutta l’area Ex Ilva e l’importanza del teatro – dice Prunetti – solo per dirne alcuni».

«Il recupero della zona dell’ex lIva è un bene – dice Prunetti – Follonica ha tutte le carte in regola per essere uno dei poi dell’archeologia industriale contemporanea. Potrebbe dialogare con altre eccellenze in Europa del nord. Col museo Magma che raccoglie le memorie della classe lavoratrice, ha davvero grandi prospettive».


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