MONTIERI. Era ricercato da anni, da quando aveva fatto perdere le proprie tracce e si era rifugiato poi sulle colline metallifere, a Boccheggiano, dove era diventato uno dei volontari del rifugio di animali.
Nessuno sapeva che era fuggito da un passato ingombrante che continuava a ripresentarsi. Quattro mesi fa era arrivato nella frazione di Montieri. Voleva cambiare vita. E un amico prete, gli aveva indicato il rifugio di Boccheggiano.
Si era presentato, spiegando che avrebbe voluto darsi da fare come volontario. Nessuno, ovviamente, conosceva la sua identità. Nessuno sapeva del suo passato ingombrante. Aveva cominciato la sua attività nel rifugio, interrotta, mercoledì 25 giugno, dall’arrivo dei carabinieri della stazione di Montieri.
“Armando o’ zingaro”, all’anagrafe Armando Buccino, 53 anni, è stato accompagnato nel carcere di via Saffi. Difeso dall’avvocato Guiscardo Allescia, deve scontare cinque anni per furto, estorsione e maltrattamenti in famiglia.
Il colpo grosso dei carabinieri di Montieri
La fuga di Buccino, figlio di una Spada e imparentato con i Casamonica, è finita quando al rifugio di Boccheggiano si sono presentati i carabinieri della stazione di Montieri per un controllo.
Una volta entrati nella struttura, i militari hanno deciso di identificare tutte le persone che erano presenti. C’era anche il 53enne, che stava svolgendo come ogni giorno, le sue mansioni. Era però troppo schivo e taciturno per non dare nell’occhio. Soprattutto di fronte a militari attenti ai dettagli.
Per questo i carabinieri, dopo aver chiesto i documenti a tutti i presenti, sono tornati in caserma e hanno inserito i nominativi nel sistema informatico delle forze dell’ordine. Scoprendo che Buccino, conosciuto nell’ambiente della criminalità organizzata con il nome di “Armando o’ zingaro” perché figlio di una Spada di Ostia e imparentato con i Casamonica, avrebbe dovuto essere in carcere per scontare cinque anni. Sono tornati subito indietro e lo hanno arrestato. Ora è rinchiuso nel carcere di via Saffi. Era ricercato dalla procura di Santa Maria Capua Vetere che aveva emesso un decreto di cattura.
Cercano i gatti, trovano un latitante
La lunga giornata dei carabinieri della stazione di Montieri era cominciata quando Daniela Agrò, la donna che aveva affidato i suoi gatti al rifugio di Boccheggiano, si era presentata nella frazione per riprendere i suoi animali.
I militari, dopo aver parlato con la donna, hanno deciso di andare a dare un’occhiata al rifugio, identificando tutte le persone che erano nella struttura. Tra i volontari c’era anche Buccino, figura di spicco del clan dei Casalesi. “Armando ‘o zingaro” ha già passato parecchi anni in carcere.
Erano giorni che i carabinieri della piccola stazione sulle colline metallifere gli avevano messo gli occhi addosso. Sfuggente, silenzioso, riservato.
La sua specialità sarebbero state le estorsioni ai danni dei commercianti. Arrestato nel 2010, secondo le indagini della squadra mobile di Castel Volturno, era lui il mandante e l’esecutore delle riscossioni del pizzo avvenute durante le feste di Natale dell’anno precedente.
Un pentito di camorra, poi, lo aveva accusato anche di un duplice omicidio. Tutte cose scritte nere su bianco nei fascicoli della Dda e del Ros, che da anni cercavano Armando o’ zingaro. La sua fuga ora è finita: dietro alle sue spalle, mercoledì sera, si è chiusa la porta blindata del carcere di Grosseto.
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Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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