MONTIERI. Il 30 maggio scorso, Daniela Agrò, in arte Silvia Conti, aveva consegnato i suoi gatti a un rifugio per animali per farli curare in quelle giornate afose mentre lei finiva di sistemarsi con il trasloco. Erano ben 15 i gatti, di cui sei cuccioli, che la donna aveva affidato alle cure della struttura. Ma due dei più piccoli sono morti.
«Ero stanca di tutto questo, quindi il 25 giugno sono venuta in Toscana per provare a riprendermeli da una clinica nel follonichese che avrebbe curato i cuccioli e due sono morti – dice Agrò – Ho scoperto che i volontari del rifugio era andato a riprendersi i gattini dalla clinica veterinaria. Quindi sono andata a Boccheggiano per provare a portare a casa i miei animali».
Daniela: «Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere»
Daniela ha sofferto molto in questi giorni lontano dai suoi animali, con cui aveva e ha tutt’ora un legame speciale. Ha iniziato la sua battaglia per riaverli dopo qualche giorno in cui non avrebbe avuto notizie dei suoi gatti. Con sé Daniela aveva una dichiarazione firmata dal suo veterinario di fiducia in cui il dottore dichiara che alcuni gatti adulti e i cuccioli affidati al rifugio sarebbero stati curati da lui in passato e questo dimostrerebbe la “proprietà” di Daniela sui mici.
«Sto male da quando mi hanno separata dai miei animali, due di loro sono morti per colpa di un virus che hanno preso, o almeno così sostiene la clinica veterinaria che li aveva in cura – dice Daniela – Secondo me tutto è successo perché qualcuno li ha separati dalla madre e li ha chiusi nelle gabbie. Lo credo perché il latte dovrebbe dare loro tutti gli anticorpi necessari».
«Ho lasciato i miei gatti alle cure del rifugio per non stressarli troppo durante il viaggio, mai mi sarei aspettata una cosa del genere, ma non mi fermerò finché i miei gatti non saranno di nuovo con me e in questa storia vado fino in fondo – continua – Per questo ho deciso di provare ad andare a riprendere i miei gatti direttamente in paese. Lì ho contattato i carabinieri e hanno chiesto alla struttura se i gatti fossero lì, ma non c’erano».
La struttura è divisa in diverse postazioni sparse nella macchia intorno al borgo. In una di queste strutture i carabinieri e Daniela hanno parlato con un responsabile il quale ha detto che i gatti non erano lì e che non sapeva se fossero in altre strutture del rifugio.
Nella mattina del 26 giugno, Agrò, che ha sporto querela contro il rifugio attraverso gli avvocati Francesca Carnicelli e Marco Guerrieri è stata ascoltata dalla sostituta procuratrice Valeria Lazzarini.
I due cuccioli morti
Daniela aveva lasciato i suoi gatti, 4 femmine, 5 maschi e 6 cuccioli, al rifugio e poi, secondo il suo racconto, non ne avrebbe più avuto notizie, fino a quando, dopo 25 giorni, ha deciso di provare a portarli di nuovo a casa con sé. Quindi si è messa alla guida della sua auto e si è diretta in Maremma alla clinica veterinaria dove sapeva fossero i gattini.
«Non credo che quei cuccioli siano stati curati bene, credo che siano stati separati appena arrivati dalla madre, quindi i primi di giugno, e che qualcuno del rifugio abbia dato loro medicinali non adatti. Qualcosa come uno sverminante e una medicina per gli occhi troppo forte e per questo due di loro non ce l’hanno fatta – dice Agrò – Ho contattato la clinica per dirgli che quei cuccioli erano miei, ma non li hanno tenuti con loro. Mi chiedo dove siano le mamme dei cuccioli e come mai siano stati separati».
In effetti la volontaria del rifugio sostiene di aver portato alcuni gatti nella clinica per curarli dalla congiuntivite, dalle pulci e dai vermi il primo di giugno.
Lì fra quelle mura c’è stata la tragica scoperta: due dei sei cuccioli sono morti. Morti che secondo Daniela, erano più che evitabili e causate dall‘allontanamento dalla madre.
Daniela sostiene che i gattini siano stati ricoverati nella clinica per 20 giorni senza la madre, chiusi in delle gabbie. Ma secondo la clinica veterinaria i gattini sarebbero entrati il 16 di giugno e ne sarebbero arrivati cinque e non sei. I cuccioli stavano male e uno di loro sarebbe morto nel rifugio. I volontari, quindi, ne hanno portati cinque nella clinica, dove hanno provato a salvarli tutti in quei 10 giorni giorni. Ma ormai il virus, che ha un alto indice di mortalità, era ad uno stadio troppo avanzato per uno dei cinque ricoverati, che ha perso la vita.
La clinica, poi, non ha registrato nessun accesso precedente al 16 giugno di cuccioli.
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Collaboratrice di MaremmaOggi. Amo le bollicine, rigorosamente in metodo classico; il gin e credo che ogni verità meriti di essere raccontata. Non bevo prosecco e non mi piacciono né i prepotenti né le ingiustizie. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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