MONTIERI. Ha affidato i suoi gatti al rifugio di Boccheggiano. Poi però, quando li ha chiesti indietro, si è sentita rispondere picche. Così Daniela Agrò, in arte Silvia Conti, una sceneggiatrice di Viterbo si è rivolta agli avvocati Francesca Carnicelli e Marco Guerrieri e ha sporto querela per riaverli indietro. Ma secondo una volontaria della struttura, i gatti sarebbero stati consegnati loro volontariamente, come dice anche la stessa Daniela. Ma aggiunge che erano malati, con pulci, zecche e vermi e per questo la struttura li avrebbe portati in una clinica veterinaria.
«I trasportini erano pieni dei bisogni dei gatti. Alcuni di loro avevano anche una forma grave di congiuntivite e altri di otite – dice la volontaria – Ho aggiornata Daniela sulle condizione dei suoi animali e ce ne siamo presi cura. Come facciamo per ogni animale che accogliamo».
Nell’articolo precedente di MaremmaOggi nessuno ha messo in dubbio che i gatti stessero bene nel rifugio di animali, ma abbiamo raccontato la versione di Daniela, che era molto preoccupata per loro. Soprattutto perché, su richiesta della donna, non le sono stati restituiti.
La volontaria: «I gatti li aveva trovati a Roma ed erano malati»
I gatti, come sostiene anche Daniela, li aveva portati al rifugio e consegnati volontariamente. La struttura, dal canto suo, segue una procedura per accogliere gli animali. «La signora ci aveva contattato per farci prendere in consegna questi gatti, perché li aveva trovati a Roma e non sapeva come prendersene cura – dice la volontaria – Quando li abbiamo presi abbiamo fotografato i documenti della donna. Abbiamo una procedura ben precisa, in questi casi. Può capitare che qualcuno cambi idea e quindi gli animali possono essere ripresi finché non si firma un foglio. Quindi poteva venirli a prendere quando voleva e quanti ne voleva».
«Io tutti i giorni ho mandato foto o aggiornamenti dei suoi gatti che erano con me – continua – Li ho portati in una clinica per farli curare, alcuni di loro avevano vermi, altri congiuntiviti forti e altri ancora avevano una forma di otite grave. La signora non ci doveva niente, perché quando sarebbe venuta a prenderli avrebbe potuto scegliere di lasciarci o meno una donazione, perché i nostri servizi sono gratuiti. Inoltre, i gatti non avevano i microchip, come sostiene».
I gatti consegnati da Daniela, insomma, sarebbero stati malati. Ma nella querela che ha presentato con i suoi avvocati, Francesca Carnicelli e Marco Guerrieri, ha allegato dei documenti che attestano le cure effettuate ad alcuni di loro e anche la certificazione del microchip.
La volontaria: «Non è venuta a riprendere i gatti»
Il rifugio di Boccheggiano è un posto dove la cura dell’animale è al centro di ogni azione che svolgono la titolare e i volontari. E questo nessuno lo mette in dubbio. Ma secondo Daniela non le è stato permesso di prendere i suoi gatti e, una volta tornata per provare a prenderli, avrebbe ricevuto insulti da un volontario al cancello d’ingresso. Quella stessa sera, Agrò aveva anche dormito in un hotel per poterli portare a casa con sé. Allegata alla querela, c’è la ricevuta dell’albergo.
«Non so cosa sia successo, ma poi Daniela ha iniziato a diffamarci su Facebook, scrivendo cose che non sono reali – dice la volontaria – Io più volte le ho detto che poteva venirli a prendere quando preferiva e le ho mandato tutti gli aggiornamenti necessari sui gatti che ci aveva portato. Quando la signora è tornata in zona non è venuta a prenderli e li ha lasciati qua».
L’avvocato Allescia: «Tutto falso, quereliamo»
Dichiarazioni false e lesive della reputazione della signora che gestisce il rifugio. Anche lei si è rivolta all’avvocato Guiscardo Allescia che annuncia querele. «È stato dato cieco ed ingiustificato credito alle false affermazioni di Daniela Agrò – scrive Allescia – senza minimamente curarsi di contattare la responsabile del rifugio per conoscere la sua versione dei fatti».
Dichiarazioni che sono state depositate con una querela e un’integrazione alla Procura. Ad oggi, i gatti sono ancora nel rifugio. Stanno bene, ma non sono stati restituiti alla donna che li reclama.
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Collaboratrice di MaremmaOggi. Amo le bollicine, rigorosamente in metodo classico; il gin e credo che ogni verità meriti di essere raccontata. Non bevo prosecco e non mi piacciono né i prepotenti né le ingiustizie. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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