di Giacomo Gori
GROSSETO. La responsabilità dell’intitolazione della via a Giorgio Almirante ricade totalmente sull’amministrazione comunale.
La legge gli riconosce totalmente il diritto di pensare anche alla toponomastica. Anche perché i compiti della prefettura sono ben definiti, può e deve esprimersi per quanto riguarda la tutela dell’ordine pubblico.
Questo famoso parere della prefettura forse si era caricato troppo di aspettative. Come si evince dal verbale, sulla sicurezza pubblica sono stati sentiti tutti gli organi di polizia. All’unanimità tutti hanno dichiarato che non ci sono profili di pericolosità. Qui si ferma la competenza della prefettura.
La norma prevede inoltre il coinvolgimento della Sovrintendenza che può dare giudizi riguardo ai luoghi interessati dai nomi. Anche lì il parere, sempre obbligatorio ma non vincolante, non ha riscontrato criticità ed è stato positivo.
L’altro ente chiamato dare giudizio è quello della “Deputazione di storia patria”, che ha come compito di esprimere valutazioni. L’ente è composto da 120 deputati tutti esperti e studiosi di storia. Profili di alto livello, aiutati se non erro anche da una delegazione straniera. Il giudizio di questo ente è più calzante ed è quello che dovrebbe interessare di più.
«Come un’interpretazione distorta e inaccettabile della storia della repubblica italiana»
Il parere dice “Giorgio Almirante è stato esponente di rilievo della repubblica sociale italiana in quanto capo di gabinetto del ministero della cultura popolare … le intitolazioni via della Pacificazione nazionale e via Enrico Berlinguer collegate a quella di Giorgio Almirante, si configurano come un’interpretazione distorta e inaccettabile della storia della repubblica italiana“.
Personalmente non voglio accostarmi a qualsiasi tipo di strumentalizzazione. Siamo arrivati a dire che è in pericolo la sicurezza pubblica del paese, dichiarazioni forti che forse fanno più danni che guadagni. Voglio stare fuori dagli eccessi, affrontare le questioni con criterio e conoscenza.
Per questo, quindi, direi sia palese che il Comune è andato contro un Istituto pubblico che rappresenta la storia, contro la storia stessa quindi.
Se si fossero limitati a intitolare le vie a Berliguer e Almirante avrebbero riprodotto quello che è già successo anche in altre città. La gravità è il collegamento distorto che ne è stato fatto.
L’amministratore ha reclamizzato il parere della prefettura, limitato a questioni di ordine pubblico, come una sorta di verdetto finale. Mentre hanno completamente ignorato ciò che la Deputazione di storia patria dice. Un fatto inaccettabile, che aggrava ancora di più una scelta che si dimostra essere personale e di vantaggio esclusivo dell’assessore e parlamentare Rossi. Che ha trascinato tutta la maggioranza, compreso il sindaco, verso questa scelta.
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