GROSSETO. Videro una fumata nera alzarsi dalla pista di decollo e immediatamente fecero suonare l’allarme. Ma i soccorsi furono inutili: il loro collega, Ettore Di Blasio, morì a 27 anni sotto agli occhi pieni di lacrime dei suoi colleghi del IV Stormo.
Era un pilota esperto, volava sull’F104, quando il post bruciatore del suo aereo si spense in fase di decollo, il 5 maggio 1993. Ettore se ne accorse e cercò di ingaggiare la barriera. Non ci riuscì. Si lanciò, ma il suo paracadute non si aprì e il tenente finì sulla concertina della rete di recinzione.
Da quel giorno, da quando per Ettore ci sono stati solo cieli blu, i suoi colleghi non hanno mai smesso di dedicargli un pensiero. E venerdì 5 maggio, alla base dell’Aeronautica a Grosseto, il personale che quel giorno era in servizio con Di Blasio, erano tutti alla commemorazione organizzata per ricordarlo, insieme ai colleghi del Corso di Accademia a cui apparteneva, il corso Eolo IV e al personale in servizio al IX gruppo o che era al gruppo in quel periodo.
Il ricordo indelebile del pilota
Il tenente Di Blasio era arrivato al Baccarini dopo aver frequentato l’Accademia. Originario di Montesilvano in Abruzzo, era riuscito subito a conquistare i cuori dei suoi colleghi. «Era un ragazzo solare, un ragazzo esemplare, compagnone – lo ricorda il colonnello Giorgio Riolo, ufficiale istruttore e pilota da caccia dell’Aviazione Militare che quel giorno era in base quando successe il terribile incidente – Era un bel pilota, esperto. Da quel giorno lavorare in base non è più stato lo stesso, dopo quel terribile incidente».
Venerdì 5 maggio al IV Stormo, alla cerimonia di commemorazione, oltre ai familiari di Di Biasio, c’erano tutti i suoi ex colleghi. E c’erano anche i genrali Achille Cazzaniga e Francesco Vestito, che sono stati compagni di corso di Di Blasio e Alberto Rosso, comandante della base ed ex Capo di Stato maggiore dell’Aeronautica.
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Redattrice di MaremmaOggi.
Per gli amici, è quella che scrive per mestiere di cronaca nera ma che ti chiede consigli su scarpe, borse e creme. Per i lettori di MaremmaOggi, è Francesca Gori, la redattrice che si tuffa a capofitto nelle storie più buie, senza mai perdere l'umorismo (nero, ovviamente).
Cresciuta a pane e romanzi noir, con una predilezione per i misteri irrisolti e le atmosfere alla Tim Burton, non ha mai superato la sua cotta adolescenziale per Mercoledì Addams.
Quando non è al lavoro a inseguire un’ultima notizia, la trovi con le cuffie nelle orecchie ad ascoltare musica a tutto volume. Ma il suo vero rifugio è il blu profondo del mare. Sott'acqua, dove il silenzio rompe finalmente il frastuono della vita frenetica e trova la pace.
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