PETRIOLO. Lo scheletro di una donna e quello, presumibilmente, di un bambino, sono emersi dagli scavi che sono in corso alle antiche terme di Petriolo.
La scoperta è stata fatta durante gli scavi in corso nella zona di Porta Siena, a una profondità di circa tre metri.
A incuriosire è soprattutto la posizione dello scheletro del bambino, rispetto a quello della donna. Sono in corso i primi studi per capire qualcosa in più.
«Non se ne sa ancora molto, purtroppo – dicono dal gruppo Gli amici dei bagni di Petriolo, che segue i lavori fin dall’inizio -, la scoperta è recentissima e anche abbastanza sorprendente. Siamo in attesa, anche noi, di avere maggiori dettagli».
Un progetto di Italia Nostra e Unipol
Il progetto di restauro e valorizzazione dei Bagni di Petriolo nasce nel 2015 per iniziativa dell’associazione Italia Nostra e di UnipolSai, proprietario dell’area. Le prime attività avviate sono state finalizzate alla predisposizione di un elaborato di pre-fattibilità per il restauro e la valorizzazione del sito. La progettazione è iniziata nel 2016.
Si è costituito un gruppo di lavoro a cui hanno partecipato esperti con specifiche competenze sui temi trattati e l’Università di Siena, il Politecnico di Milano, e la società Sisma spin-off dell’Università di Firenze. La progettazione si è svolta attraverso un’analisi storico archeologica, il rilievo, l’indagine archeologica, la progettazione del restauro delle mura, della Torre, della Chiesa, delle Vasche e quella architettonica della Locanda e l’elaborazione di un master plan che individua le azioni connesse al restauro.
Gli scavi al momento sono in corso.
I risultati delle ricerche storiche, delle prime indagini archeologiche, dei rilievi mostrano che il sito dei Bagni di Petriolo ha una importanza storico-culturale superiore a quella, già elevata, collegata alla visibile presenza dei manufatti.
Il sito è infatti un unicum nel patrimonio nazionale: un’area termale sviluppatasi fin dal X secolo che ha avuto una sua massima espansione nel XIII secolo ma che ha svolto un ruolo primario nel territorio senese fino al XVI secolo.
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