Sirene spiegate e musica per l'addio a Luca | MaremmaOggi Skip to content

Sirene spiegate e musica per l’addio a Luca

Il feretro è entrato in duomo tra due ali di folla accompagnato dalle sirene delle autopattuglie, che lo hanno salutato anche all’uscita. In chiesa sono risuonate le note del Silenzio – LE FOTO e Il VIDEO
Il feretro di Luca Ovi che esce dal duomo
Il feretro di Luca Ovi esce dal duomo

GROSSETO. Colpisce l’ondeggiare delle divise, spiccano i cappelli bianchi da cui escono capelli lunghi, biondi, bianchi, riccioli. Si intravedono le mani raccolte dietro la schiena. È la strada disegnata dai colleghi della municipale. Il tragitto inizia dalla porta del Comune, si spinge nella piazza, svolta a sinistra verso la scalinata che sale al duomo, due moto stazionano vicino al primo scalino. Visi stanchi, ancora increduli, occhi lontani, sguardi opachi, abbracci senza distinzione di grado, bisbigli.

Tutto è avvolto dal lenzuolo di un silenzio senza confini, spesso come una colata di cemento. A contorno i mezzi di carabinieri, polizia, finanza, vigili del fuoco. Tutto e tutti aspettano lui, Luca Ovi, la cui esistenza si è arresa ad una malattia rara e crudele. Straordinariamente rara. Luca deve scendere dalla sala del consiglio comunale. Un cane abbaia graffiando l’oblio in cui sembra essere immerso il quadro.

«Attenti, un saluto a Luca», poi le sirene

Una voce ha infranto il vetro con «Attenti, un saluto a Luca». Nello stesso istante hanno suonato le sirene, è scattato il saluto militare. Qualcuno ha pianto. Luca è apparso portato in braccio da otto colleghi, ha percorso il vicolo dedicato solo a lui, ha salito le scale, ha fatto l’ingresso nella cattedrale. Il piazzale si è svuotato facendo ripiombare, come una valanga, mille perché sulle teste. Solo i rintocchi di una campana galleggiavano nell’aria. Il cane replicava, abbaiando.

Una vita che si allontana, un ramo spezzato, caduto in terra troppo presto, perché 47 anni sono troppo pochi per andarsene così all’improvviso lasciando un vuoto indescrivibile, terribile. Incolmabile.

Le note del “Silenzio” segnano la fine della funzione

Un lungo applauso rompe i pensieri di tutti, la messa cantata è terminata. Le note del “Silenzio” sono spiazzanti, scendono come la neve, imbiancano i cuori, gelano gli animi, fanno rabbrividire. Appena l’ultimo fiocco finisce di volare, arriva l’organo a raccontare la storia di Luca, a descrivere com’era e come sarà. Le divise formano una nuova strada nella piazza ritornata gremita, si attende Luca.

Come per magia volteggiano musica e voci, sono quelle di Manola e Sabrina, salutano Luca apparso ancora in braccio a otto colleghi. Morte e musica, l’eterna lotta per sopravvivere, resistere all’angoscia, contrastare i tormenti dell’esistenza. Luca, a quel punto, decide di andarsene rincorso da sirene a applausi, dal saluto militare dei colleghi, che non potranno dimenticarlo. 

 

 
 
 
 
 
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