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Secondo tir di aiuti arrivato in Ucraina

Anche i dipendenti del Comune di Grosseto partecipano alla gara di solidarietà
Il secondo tir di aiuti arrivato in Ucraina

GROSSETO. Il tir di aiuti, partito da Grosseto venerdì 11 marzo, è arrivato a Novovolyns’k. Sono già iniziate le operazioni di scarico degli scatoloni che sono il frutto delle generose donazioni della Maremma, raccolte e convogliate nei due punti diocesani della parrocchia Madre Teresa di Calcutta e Maria SS. Addolorata.

La felicità del popolo ucraino

«Farmaci, abbigliamento, alimentari, coperte, prodotti per l’igiene personale sono stati scaricati amichevolmente dai volontari presso il nostro centro logistico – raccontano dalla comunità cristiana di Novovoliyns’k – Grazie ai volontari della parrocchia Madre Teresa di Calcutta, Cittadella e Addolorata di Gorarella per questo aiuto caritatevole. Vi ringraziamo per i vostri cuori calorosi. Oggi prepariamo prodotti e cose da inviare nelle città dove c’è più bisogno di aiuto. “Nessun bene è al di sopra delle nostre forze”, disse sua santità Lubomir Huzar (cardinale cattolico ucraino morto nel 2017). Ma ringraziamo voi, cari soci e volontari, che fate per una causa comune a volte anche più della vostra forza».

Questa sera, lunedì 14 marzo, a partire dalle 19 sarà caricato un altro tir, diretto nella città di Khmelnytskyj.

Ricordiamo che le spese di viaggio dei due tir, quello giunto a Novovolyns’k e quello che sarà caricato questa sera, sono state coperte dall’associazione diocesana Missione san Lorenzo e dalla comunità parrocchiale di Castiglione della Pescaia.

I due centri di raccolta continuano il loro servizio, quindi si possono ancora portare aiuti. In particolare, c’è bisogno di generi alimentari per adulti e per bambini, medicinali, garze, siringhe, lacci emostatici, coperte.

Contributi di solidarietà arrivano ormai anche da fuori provincia, a partire da offerte in denaro convogliate su Grosseto anche da Roma. In particolare grazie all’opera di don Paolo Tammi, preside dell’Istituto Sant’Apollinare, una scuola paritaria con all’interno la media e i licei classico, scientifico e linguistico esabac. Don Paolo, in precedenza, è stato parroco della parrocchia San Pio X alla Balduina, dove ha prestato servizio come aiuto don Vitaliy Perih. Questo legame di affetto e di amicizia non si è mai interrotto e don Paolo, visto il lavoro consistente che viene fatto dalla Chiesa di Grosseto per l’Ucraina, ha pensato di sostenerlo convogliando qui gli aiuti economici, che servono per acquistare prodotti da inviare.

Il grande cuore dei dipendenti comunali

In partenza per l’Ucraina un carico di aiuti forniti dal personale del Comune di Grosseto. Generi alimentari a lunga conservazione, abbigliamento pesante, prodotti per l’igiene, coperte, articoli per l’infanzia: c’è di tutto negli oltre 50 scatoloni che, lunedì 14 marzo si andranno ad aggiungere ad altri beni di prima necessità in partenza in serata dalla parrocchia dell’Addolorata.

L’imponente raccolta, nata su iniziativa del Comitato unico di garanzia del Comune di Grosseto per le pari opportunità, è stata resa possibile dalla generosità del personale comunale che, in maniera spontanea, ha contribuito a questa concreta manifestazione di solidarietà.

«Un altro messaggio di vicinanza – afferma il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna – a chi soffre. Un altro abbraccio, stavolta virtuale ma altrettanto potente, a chi è in Ucraina e che, per scelta o per altre ragioni, è rimasto nel proprio Paese. Grazie a tutto il personale del Comune e alle loro famiglie per questo carico di speranza e amore che sta per giungere in una terra martoriata. Il cuore di Grosseto è grande».

Il sindaco incontra i profughi

Domenica 13 marzo a Scarlino è arrivato il primo gruppo di profughi dall’Ucraina. L’accoglienza, organizzata dalla Prefettura di Grosseto, è stata affidata alla cooperativa Auxilium vitae che gestisce nel centro urbano capoluogo la casa di cura per anziani.

La sindaca Francesca Travison ha incontrato oggi, lunedì 14 marzo, i profughi ucraini, 17 tra donne e bambini, ai quali si dovrebbero aggiungere altre due donne e altri due bambini. «È stato un incontro veramente toccante – spiega la prima cittadina – queste persone sono scappate da una guerra atroce, con la paura di non essere accolte in Italia. Le condizioni sanitarie del gruppo sono buone, tutti sono risultati negativi al tampone Covid19, ma quella che emerge è sicuramente una situazione psicologica davvero difficile. Hanno più volte espresso gratitudine nei confronti del nostro Paese e c’è la grande paura di dover tornare in patria, cosa che abbiamo assicurato non avverrà. Vedere quei bambini provoca tanta tristezza, così piccoli hanno dovuto affrontare una guerra, poi la fuga e adesso si ritrovano in un Paese straniero. Lavoreremo per inserirli al meglio nella nostra comunità e farli sentire a casa».

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