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Scuola di via Monte Bianco, la preside: «Il danno è stato fatto»

L’incertezza si è abbattuta come una scure sulle iscrizioni: meno studenti porteranno meno docenti e meno personale nella scuola. La discussione in commissione
commissione 3 e 4 su scuola monte bianco
Le commissioni riunite nella discussione sulla scuola di via Monte Bianco

GROSSETO. Un incontro scomposto, alla ricerca di risposte che non arrivano. E quelle che arrivano, non piacciono molto. Più volte suona il campanello nella sala del consiglio comunale. Più volte la polemica dei membri delle commissioni III e IV riunite insieme, viene riportata all’ordine.

I consiglieri comunali delle commissioni che si occupano rispettivamente di istruzione e lavori pubblici, si sono confrontati e scontrati più volte sul futuro della scuola (bambini e personale incluso) di via Monte Bianco. Insieme a loro la dirigente scolastica dell’istituto comprensivo, una maestra e la presidente del consiglio di istituto (anche rappresentante genitori).

A guardare “lo spettacolo”, un piccolo gruppo di mamme preoccupate che ha rumoreggiato spesso a ogni dichiarazione dell’amministrazione.

A mancare all’occasione fortemente voluta dal consigliere Giacomo Gori, il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna (convocato), che qualche giorno fa aveva fatto l’annuncio sul futuro della struttura.

Davanti a tutti: il destino di una scuola che difficilmente potrà essere cambiato. L’ineluttabilità è scritta nel percorso burocratico, come illustra l’assessore Riccardo Ginanneschi. Il Comune, forse, potrà riparare con soluzioni che richiederanno ulteriori investimenti. Soluzione non esclusa da una parte dell’opposizione.

La scuola: «Ci rimetteranno i ragazzi e il personale»

La dirigente scolastica dell’istituto comprensivo 6, Verena Tassinari, rammaricata, ricostruisce brevemente gli eventi: «Mi sono insediata a settembre e ho ricevuto le prime voci sulle sistemazioni dei bambini – ricorda- Prima si parlava dell’utilizzo di moduli tipo container adatti alla didattica, poi si è parlato dello smembramento in due plessi. Soluzioni che ho dovuto riportare alle famiglie desiderose di informarsi per l’iscrizione dei figli alla scuola, durante gli open day».

la presidente del consiglio di istituto, rappresentante dei genitori, Silvia Balestrieri
L’intervento della presidente del consiglio di istituto e rappresentante dei genitori, Silvia Balestrieri (al microfono rosso)

«Non c’è stata chiarezza – rimarca Tassinari – le famiglie dovevano iscrivere i figli entro il 31 gennaio e non avendo risposte sicure molti, semplicemente, non ci hanno scelti. I numeri sono crollati, abbiamo 41 iscrizioni in meno. Le famiglie non se la sono sentita di scegliere “a scatola chiusa” l’istituto, non sapendo bene quale soluzione sarebbe stata presa».

«Il danno è fatto – chiosa – Ricade sul personale che verrà commisurato in base agli iscritti. Alcuni bambini per il quarto anno consecutivo cambieranno la maestra di lingua italiana. Tutto per mancanza di trasparenza e sicurezza. Ora sembra che gli alunni faranno lezione praticamente in un cantiere. Non sappiamo come, quanto vicino. Forse si dovrebbe rivalutare la soluzione dei moduli, ne sono già stati utilizzati in città».

«In questo momento non si può più fare nulla»

La maestra Cirillo sottolinea: «Le iscrizioni si sono perse per via della situazione incerta, non certo per la qualità dei docenti». Dopo di lei la presidente del consiglio di istituto, rappresentante dei genitori, Silvia Balestrieri delinea brevemente le preoccupazioni condivise: «I dubbi sono tanti – dice – Noi genitori siamo stati molto pazienti. Abbiamo riposto fiducia nell’amministrazione. La nostra preoccupazione è la possibilità che i nostri bambini debbano fare lezione praticamente dentro a un cantiere. Alcuni hanno problemi respiratori. Dovranno andare con le mascherine? Non siamo qui a fare polemica, vogliamo delle risposte chiare e delle tutele sulla sicurezza dei bambini».

Sara Pierotti, dell’ufficio scolastico territoriale, chiamata a parlare delinea brevemente il quadro generale. «Mi occupo dell’organico scolastico – dice – per la scuola di via Monte Bianco sicuramente perderanno la titolarità due docenti, in questo momento oramai non si può fare più nulla. Agli alunni, quindi, non sarà garantita continuità. Anche sul personale ata non sappiamo dire se i numeri saranno gli stessi – precisa – Non abbiamo la sicurezza della totalità degli iscritti in quanto ci sono altri studenti che stanno chiedendo di cambiare istituto. Perdendo alunni andremo comunque a perdere anche collaboratori scolastici, ci sarà uno spostamento di risorse verso le strutture con più iscritti».

L’amministrazione: «Visto il progetto sapremo dare risposte certe»

L’assessore ai lavori pubblici Ginanneschi ha dato una prima risposta, per poi sostanzialmente ripetersi nelle successive. Le alternative son ben poche, forse solo ulteriori investimenti da parte del Comune come ipotizzato dall’opposizione, potranno portare all’utilizzo di moduli/container. Probabilmente su questo ne verrà dibattuto in una seconda commissione riunita, per ora la soluzione è solo una. «Nei mesi passati non abbiamo avuto possibilità di contattare i progettisti incaricati – dice Ginanneschi – Solo la settimana scorsa li abbiamo sentiti. Nel frattempo, abbiamo esplorato ogni soluzione possibile».

I banchi della maggioranza
L’amministrazione e alcunu funzionari del comune chiamati alla commissione

Poi scende nel particolare delle varie opzioni vagliate. «Non essendo piloti del processo progettuale abbiamo fatto delle ipotesi di ricollocamenti dei bambini in altri istituti – dice – Abbiamo ipotizzato uno smembramento del plesso. Abbiamo parlato con la Provincia per sondare la disponibilità di immobili, abbiamo chiesto ad altri istituti, abbiamo cercato altri spazi». Poi qualche giorno fa l’incontro con il primo contatto con i progettisti «Ancora non erano stati incaricati – precisa l’assessore – dai primi colloqui ci hanno confermato la possibilità di lavorare all’interno del lotto. Lo studio di fattibilità dice che i lavori saranno possibili. Non abbiamo ancora la possibilità di dire come verranno fatti i lavori perché non abbiamo disponibile il progetto. Ma ci è stato assicurato che sia possibile».

Riccardo Ginanneschi

L’assessore promette che nei prossimi giorni saprà dare informazioni più precise. «Potrò sicuramente rassicurare meglio anche i genitori quando avremo anche noi il progetto tra le mani – conclude – Sicuramente visto che prevede i lavori nel lotto con i bambini vicino, è stata considerata la loro presenza. Incontreremo presto i progettisti. Anche se non siamo noi i principali attori del progetto, potremmo intervenire nelle ultime fasi».

L’opposizione: «Perché non si è parlato chiaramente da subito? Ora scuola e genitori sono in difficoltà»

Dai banchi dell’opposizione sono stati i consiglieri Gori, De Martis, Rosini, Bartolini e Del Santo che più hanno chiesto di fare chiarezza all’amministrazione. 

«I temi affrontati sono tanti – ha esordito De Martis – È un progetto che non è in capo all’amministrazione comunale. Ma quando il Comune ha inviato la scheda al Ministero per ricevere i fondi del Pnrr, era previsto il mantenimento dell’attività scolastica in loco. Perché non è stato detto fin da subito della soluzione prevista? Se fosse stata condivisa senza annunciarla a febbraio via social, forse sarebbe stata gestita in maniera seria e responsabile dalla dirigente della scuola, come lo è stato per le altre soluzioni che suo malgrado ha dovuto comunicare man mano che ne è venuta a conoscenza».

L’intervento di Gori

Gori rincara la dose. «Nella valutazione tecnica è presente la soluzione che ora sembra l’unica, quella di fare il cantiere nel lotto e di non trasferire gli studenti – dice – Non averlo comunicato inizialmente ha creato un cortocircuito e la scuola non è stata in grado di comunicare alcuna certezza alle famiglie. Dovrà essere data una ufficializzazione delle scelte, così che le famiglie possano essere messe al corrente».

«L’amministrazione dovrebbe chiedere scusa»

«Il problema è nato dalla maggioranza – conclude Gori – non ha preso decisioni per tempo senza comunicare le decisioni. Il danno non è oramai sanabile. Cerchiamo di capire le soluzioni possibili. Magari anche con nuovi investimenti che l’amministrazione potrebbe portare avanti con risorse proprie. Si dovrà dare una risposta chiara, l’amministrazione dovrebbe chiedere scusa, non bastano certo due video sui social».

Bartolini prosegue. «L’obiettivo ora è quello di cercare una soluzione – dice – Ai dirigenti è spettato un arduo compito. In mano abbiamo solo qualche foglio, non so bene quale sia stato il percorso che questa amministrazione abbia fatto con questo progetto. La nota tecnica parla di impossibilità di ricollocare gli studenti. Mi sembra chiaro».

«Ai dirigenti però sono state proposte altre soluzioni prima di tornare alla prima che era prevista fin dall’inizio – ricorda – I genitori sono venuti a saperlo tramite video sui social. Quali atti e quali incontri hanno parlato del destino della scuola?».

«Il sindaco dov’è?»

Rosini risponde piccato, soprattutto all’intervento del consigliere Vasellini «Lo abbiamo capito – dice sarcastico – Quando c’è un successo è merito vostro, se ci sono problemi è colpa di altri. In questo caso del Ministero. Il sindaco, convocato, dopo l’annuncio fatto su Facebook ha lasciato l’assessore Ginanneschi da solo in commissione. Ci sono ripercussioni sulle nuove iscrizioni, sul personale. Mi chiedo quanti incontri siano stati fatti con la dirigente scolastica e la presidente del consiglio di istituto. I sindacati sono stati sentiti?».

Stefano Rosini durante il suo intervento in consiglio comunale
Stefano Rosini durante il suo intervento in consiglio comunale

Chiamata in causa l’assessora all’istruzione Angela Amante, non sono risultati molti i colloqui tra amministrazione e scuola. «Ci sono state alcune telefonate con dirigenza e provveditore. È stato comunque assicurato che nessuno avrebbe perso lavoro» ha risposto Amante.

Ma a Rosini e soprattutto ai genitori la risposta non è bastata «Ricordo che il personale precario sarà il primo a rimanere a casa – ha replicato – meno studenti, significa meno personale, chi non ha un contratto stabile semplicemente non verrà chiamato, supplenze incluse. Oltre al disagio dei bambini ci sarà quello del personale, non è un affare da poco».

Il dibattito e soprattutto il rumoreggiare di alcuni malumoti si è poi concluso con una speranza comune, quella di ritrovarsi come oggi in commissione, auspicando l’avvio di una comunicazione più proficua. Come suggerito dal funzionario ministeriale Lorenzo Felicioni, anche lui presente all’incontro. Probabilmente la prossima convocazione delle commissioni avverrà appena i progetti saranno visionati e analizzati dall’amministrazione. Cosa che a oggi non è stata ancora possibile.

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