Piromane, arriva la maxi condanna | MaremmaOggi Skip to content

Piromane, arriva la maxi condanna

L’ex operaio oggi in pensione era stato accusato di aver appiccato 50 incendi tra Marina di Grosseto e Castiglione della Pescaia: dovrà scontare 9 anni
I danni degli incendi a Castiglione della Pescaia

GROSSETO. Ha sempre sostenuto di essere innocente, ma per i giudici le prove che ad appiccare gli incendi che tra il 2016 e il 2017 avevano tenuto i vigili del fuoco con il fiato sospeso, sarebbe stata raggiunta. Per questo oggi, mercoledì 8 febbraio, Maurizio Vicolini, 63 anni, ex operaio oggi pensionato, è stato condannato. Nove anni, la pena stabilita dai giudici del collegio, Adolfo Di Zenzo, presidente, Laura Previti e Ludovica Monachesi giudici, così come richiesto dal sostituto procuratore Salvatore Ferraro. Che è partito da una pena base di 4 anni e 11 mesi, aumentato di un mese per ogni capo d’imputazione. 49, in totale

Due estati d’inferno

L’indagine, coordinata dal pm Ferraro, era stata portata avanti dai carabinieri del nucleo investigativo di Grosseto insieme ai militari della compagnia e delle stazioni di Marina di Grosseto e di Castiglione della Pescaia. Indagine alla quale avevano collaborato anche i carabinieri forestali. L’ex operaio era stato incastrato dal Dna lasciato sulle cicche delle sigarette. 

Vicolini, difeso dall’avvocato Luigi Fornaciari Chittoni di La Spezia, si era affidato anche a due criminologhe, Sara Bardi ed Elena Angelini, per sostenere la sua innocenza. 

Per due estati, quella del 2016 e quella del 2017, la costa maremmana, tra Marina di Grosseto e Castiglione della Pescaia, fu funestata da incendi, che scoppiarono uno dietro all’altro, sul percorso che Vicolini percorreva durante la sua giornata di lavoro. 

Il primo episodio che gli era stato contestato risale al 7 luglio 2016, quando un rogo distrusse mille metri quadrati di macchia mediterranea e sterpaglie sulla Panoramica a Castiglione della Pescaia. Le fiamme quel giorno si avvicinarono paurosamente alle case che si affacciano sulla strada. L’ultimo episodio contestato, era stato quello dell’8 agosto 2017 quando l’uomo avrebbe gettato un innesco sulla strada delle Collacchie, scatenando l’inferno di fiamme in pineta, a pochi metri dal campeggio Etruria

Incastrato dal Dna

 Secondo gli investigatori, l’operaio che lavorava come camionista, appiccava le fiamme lanciando dal suo furgone inneschi artigianali che facevano divampare le fiamme. 

Sui due inneschi trovati e sequestrati dai carabinieri, era stato isolato il Dna dell’uomo. Lui aveva sostenuto che, lasciando i mozziconi di sigaretta dentro al suo furgone, qualcuno (il vero piromane), li aveva presi per realizzare gli inneschi, incastrandolo. 

Accusato di incendio boschivo, il pensionato, di fronte al giudice dell’udienza preliminare aveva chiesto di essere processato con il rito ordinari, proprio per dimostrare la sua innocenza. Ma, almeno in primo grado, non c’è riuscito. 

 

 

 

 
 

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