Picchiata col manico di scopa, condannato l'ex violento | MaremmaOggi Skip to content

Picchiata col manico di scopa, condannato l’ex violento

Il sessantaduenne non voleva che la donna lo lasciasse: lo aveva accusato anche di violenza sessuale ma è stato assolto
Il collegio in aula A: da sinistra Laura Previti, Adolfo Di Zenzo e Ludovica Monachesi
Il collegio in aula A: da sinistra Laura Previti, Adolfo Di Zenzo e Ludovica Monachesi

GROSSETO. L’ultimo assalto lo aveva subito proprio al tribunale di Grosseto, dove aveva cercato di avvicinarsi alla ex che lo aveva denunciato e che quella mattina, nel settembre del 2020, si era dovuta presentare in aula per l’udienza di divorzio. Era stata l’avvocata della donna, Sabrina Pollini, ad allontanarlo, insieme al personale della vigilanza. Per lui, dopo quell’ennesimo atto si erano aperte le porte del carcere: era accusato di maltrattamenti, violenza privata e anche di violenza sessuale.

Cinque mesi di botte e offese

Era finita in mezzo a un incubo dal quale non riusciva più a svegliarsi solo perché aveva deciso di lasciare l’uomo con il quale aveva avuto una lunga relazione. Lui è un sessantaduenne della provincia di Lecce che di chiudere quella relazione non ne aveva proprio voluto sapere. Aveva continuato a pretendere da lei rapporti sessuali nonostante lei gli avesse detto di volersene andare, spingendola per terra e facendole sbattere la schiena, gettandole il cellulare dal finestrino dell’auto sulla quale viaggiavano insieme, minacciandola di morte.

«Ora qua non ci sente nessuno – le aveva detto dopo averla portata in aperta campagna con l’auto – e io ti posso pure ammazzare che tanto non ti sente nessuno. O stai con me o non sarai mai più di nessuno». Era questo il tenore delle frasi e delle minacce che l’uomo, difeso dall’avvocato Massimiliano Arcioni, continuava a ripetere alla donna che lo voleva lasciare.

Cinque mesi prima dell’interruzione del rapporto tra i due, il sessantenne aveva colpito la sua compagna con il manico di una scopa sulle gambe, provocandole dei lividi difficili da nascondere e l’aveva minacciata di morte. Quella sera l’uomo aveva chiuso in casa la donna, per impedirle di andare al pronto soccorso a farsi medicare. Per questo era stato accusato di violenza privata.

L’uomo non si era arreso nemmeno quando la sua ex compagna era andata a vivere da un’amica che le aveva offerto ospitalità: era andato lì per costringerla a rivelargli dove fosse la sua ex, ma la donna era riuscita a contattare sua figlia che era intervenuta facendo allontanare l’uomo.

Assolto dall’accusa di averla violentata

Mercoledì 16 febbraio, in tribunale, il collegio composto da Adolfo Di Zenzo, presidente, Laura Previti e Ludovica Monachesi, giudici, hanno condannato il sessantaduenne a 2 anni e 4 mesi e al pagamento di 5.000 euro di risarcimento danni alla sua ex, assistita dall’avvocata Sabrina Pollini. Giudicato con il rito abbreviato, la sostituta procuratrice Anna Pensabene aveva chiesto una condanna a 4 anni e 4 mesi. L’uomo è stato assolto dall’accusa di violenza sessuale.

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