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Picchia un parà fuori dal locale: condannato

L’aggressione era avvenuta dopo che il carabiniere del Tuscania aveva esibito al 30enne il tesserino, subito fuori da un locale notturno
Il tribunale di Grosseto
Il tribunale di Grosseto

GROSSETO. È finito con una condanna a un anno il processo per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni a carico di Domenico Alessandro Dominello, torinese di origini brasiliane di 30 anni, che era stato arrestato la notte del 2 luglio davanti a un locale della Giannella. Il trentenne, che si spacciava per un cittadino newyorchese dicendo di chiamarsi Domenico Papalia, era finito in carcere per aver aggredito un carabiniere del Tuscania che si trovava con alcuni amici nello stesso locale. 

Pugni alla schiena senza un motivo

La notte di follia era cominciata poco dopo mezzanotte, quando il trentenne, che era visibilmente ubriaco, aveva cominciato ad avere un atteggiamento aggressivo nei confronti del maresciallo dei paracadutisti, che si stava avvicinando al locale insieme ad altri amici. Dominello gli aveva dato subito una spallata e aveva cominciato ad aggredire il militare. Il carabiniere aveva cercato di evitarlo, tirando fuori il tesserino e qualificandosi come carabiniere

Ma dopo pochi minuti il trentenne era tornato indietro sferrando, dopo aver preso la rincorsa, due pugni sulla schiena dell’amico del militare. È stato allora che il carabiniere, continuando a qualificarsi, ha cercato di fermarlo ricevendo per tutta risposta diversi pugni al volto e alla spalla. Una volta dato l’allarme, sul posto era arrivata la pattuglia dei carabinieri di Porto Santo Stefano che hanno arrestato il trentenne brasiliano. In caserma, il trentenne aveva minacciato di nuovo il carabiniere: «Domani mattina ti ammazzo», gli ha urlato. 

In aula, di fronte alla giudice Ludovica Monachesi, il vice procuratore onorario Alessandro Bonasera, ha chiesto una condanna a due anni per Dominello. L’avvocato Franco Ciullini, che ha difeso il trentenne, aveva invece chiesto l’assoluzione o una condanna che fosse ritenuta equa. «Il giorno dopo non ricordava quello che era successo – ha detto in aula – non si può sostenere che avesse visto il tesserino del carabiniere, che era in borghese, e che quindi si fosse accorto di cosa stesse facendo». 

Il trentenne, ha aspettato il processo ai domiciliari: ora la misura cautelare gli è stata revocata. 

Autore

  • Francesca Gori

    Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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