Piazza Lulli, i residenti all'attacco: «Il basket ci rovina la vita» Skip to content

Piazza Lulli, i residenti all’attacco: «Il basket ci rovina la vita»

Fra chi gioca in piazza Lulli e chi ci vive vicino le posizioni sembrano inconciliabili. Eppure basterebbe un regolamento
Piazza Lulli, il flash mob del marzo scorso, dopo che fu segato un canestro
Piazza Lulli, il flash mob del marzo scorso, dopo che fu segato un canestro

GROSSETO. Lo scontro va avanti da mesi, da quando qualche genio decise di segare uno dei canestri di piazza Lulli. Poi ci fu il flash mob e, per qualche tempo, la situazione del campino di basket, e dei residenti della zona, pareva tornata tranquilla.

L’estate ha fatto esplodere di nuovo il problema, perché le posizioni di chi usa il campino per giocare e chi vive lì attorno sembrano inconciliabili.

Eppure ci sono città, una su tutte, New York, dove i playgrounds sono tanti in ogni quartiere, sempre in mezzo alle case. E sono ritenuti indispensabili per la socialità. Un vero deterrente alla delinquenza giovanile e allo spaccio.

Ma a New York, dove giocare a basket fin da tenera età è uno stile di vita, ci sono i regolamenti. Anche per i playgrounds. E, almeno nelle zone più centrali, vengono rispettati. Nei campini si entra da una certa ora e fino a una certa ora. Poi si chiudono. E questo consente ai chi gioca e a chi vuole riposare di convivere.

Ci chiediamo: troppo difficile pensare qualcosa del genere per piazza Lulli? Dopo una certa ora, tutti a casa. Basta palleggi e luci spente. Quando i rapporti sono così difficili e tesi, va trovato un compromesso. Prima che lo scontro vada oltre il canestro segato.

Piazza Lulli, la lettera dei residenti

Questo il testo di una lettera dei residenti di piazza Lulli.

«Qualcuno urina dove capita incurante della presenza dei passanti- scrivono -, ma c’è anche chi beve, chi più là spaccia, mentre i palloni sbattono senza sosta, rincorsi a suon di urla, imprecazioni e bestemmie. E poi la musica e l’aggressivo, violento rimbalzo sui tabelloni dei canestri, che entra nel cervello e come un trapano polverizza i pensieri».

«Un’eco che rimbomba propagandosi ossessivo e devastante, grazie all’ubicazione sottostrada del campo di basket, che funge da cassa di risonanza ed amplifica i rumori».

«Quei rumori dirompenti che non cessano mai, semplicemente per il gran di numero dei giocatori che frequentano l’impianto sportivo ad ogni ora del giorno, iniziando dalla mattina presto, talvolta prima delle 7 e fin oltre la mezzanotte».

«Non esistono più i sabati, le domeniche, neppure a Ferragosto un giorno di pace, perché qualcuno ha scelto di festeggiare palleggiando proprio qui».

Piazza Lulli: «Vorremmo anche riposare»

«I residenti – prosegue la nota – vorrebbero poter riposare, alcuni vorrebbero godere delle terrazze, dei balconi e degli spazi esterni e dei giardini, altri magari, vorrebbero poter vivere una normale quotidianità nelle proprie case senza il frastuono che le penetra in ogni ambiente ed essere costretti, impotenti e rabbiosi, ad uscire per trovare un po’ di pace altrove».

Sotto accusa il Comune: spostatelo

«Ma questo è, purtroppo il risultato del rinnovamento operato nei giardini di piazza Lulli. Nessun preconcetto per i giocatori di palle nel cesto, ai quali l’uso indiscriminato dello spazio sportivo è stato liberamente e scriteriatamente concesso con superficialità dal Comune, che non ha tenuto conto delle possibili conseguenze, in assenza di un regolamento orario, più volte richiesto e probabilmente in assenza anche di un’adeguata valutazione ambientale, acustica e luminosa».

«Alla luce dei disagi arrecati, già per la seconda estate, sarebbe auspicabile, a questo punto di esasperazione più volte segnalato dai residenti, un ripensamento sulla collocazione decisamente impropria dell’impianto sportivo. Ma è davvero così difficile trovare una nuova e più consona posizione al campo di street basket dove gli appassionati possano giocare liberamente senza disturbare la vita di coloro che in questa zona abitano?»

 

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