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Omicidio del corriere, al via il processo

È iniziato il processo a carico degli accusati dell’omicidio di Nicolas Del Rio. Il padre: «Crediamo nella giustizia, cerchiamo anche il mandante»
La Corte d'assise dell'omicidio di Nicolas Del Rio
La Corte d’assise nell’aula H del tribunale di Grosseto

GROSSETO. È iniziato nella mattina del 9 luglio il processo a carico del 29enne turco Emre Kaja, il 34enne albanese Klodjan Gjoni e Ozgur Bozgurt sempre di origini turche, accusati di aver rapito, ucciso e nascosto il cadavere del corriere di Abbadia San Salvatore Nicolas Matias Del Rio. 

Nicolas stava trasportando delle borse di Gucci dal valore di 500mila euro, quando i tre lo hanno attirato in un’imboscata, lo hanno rapito e poi lo hanno ucciso. Gesti raccapriccianti che hanno segnato il padre  Aldo Eduardo Aguero. «Confidiamo nella giustizia e spero che diano l’ergastolo ai tre accusati – dice il padre – E che ci si possa concentrare sul mandante del furto e del conseguente omicidio».

In aula si sono presentati Gjoni, in videocollegamento dal carcere di Regina Coeli, e BozGurt, mentre Kaja ha deciso di non comparire. 

L’inizio del processo 

Le porte dell’aula H del tribunale di Grosseto si sono aperte per dare il via al processo a carico di Kaja, Gjoni e Bozgurt, accusati di aver rapito e poi ucciso Nicolas Del Rio. 

Per il corriere era il primo giorno di lavoro, quando Gjoni lo ha attirato in un imboscata vicino a Santa Fiora. Lì lo hanno fatto scendere dal furgone, lo hanno rapito e hanno rubato le borse. Poi hanno legato Nicolas e lo hanno lasciato nel sottotetto della villa Casa di Sallustri. Era incappucciato con un sacco, mentre implorava i suoi aguzzini di lasciarlo andare per poter tornare a casa da suo figlio.

Il processo è iniziato nella mattinata del 9 luglio in Corte d’assise e i tre imputati si sono presentati difronte il presidente della corte Sergio Compagnucci, la giudice Agnieska Karpinska e i giudici popolari. Durante l’udienza i sostituti procuratori Valeria Lazzarini e Giovanni De Marco hanno apportato modifiche alla loro lista dei testimoni, visto che si sta svolgendo un’altra indagine parallela al caso: quella alla ricerca del mandante del furto

E lo stesso hanno fatto gli avvocati di Gjoni, Riccardo Lottini e Alessio Bianchini, l’avvocato di Kaja Romano Lombardi e quelli di Bozgurt Massimiliano Arcioni e Claudio Cardoso.

Le liste modificate sono state accettate dalla Corte d’assise e il prossimo 9 ottobre saranno sentiti i testimoni dell’accusa.

Ora la procura cerca il mandante

Nicolas chiedeva solo di poter tornare a casa da suo figlio ai suoi aguzzini. Una richiesta che loro non hanno ascoltato. Il corriere è stato ucciso in un modo atroce e il suo cadavere abbandonato in un dirupo e poi coperto con foglie e rami.

«Confidiamo nella giustizia e la cerchiamo, un giorno dovrò spiegare a mio nipote che cosa è successo a suo padre e vorrei potergli dire che tutti i colpevoli stanno pagando per quello che gli hanno fatto – dice Eduardo – Sono passato davanti quella villa e mi sono fermato e solo chi ci è passato può capire le emozioni che ho provato. Credo che la condanna giusta per un delitto così crudele sia l’ergastolo per tutti gli imputati».

L’idea che ci sia un mandate del furto sembra essere molto tangibile: come facevano gli imputati a sapere che Nicolas trasportava un carico così costoso? E come facevano a sapere che quel camion era senza gps e che era il primo giorno di lavoro del corriere? Come facevano a sapere Gjoni il tragitto di Nicolas se si tratta di due paesi diversi? Domande a cui la procura di Grosseto sta cercando risposte

«La procura di Grosseto ha aperto un fascicolo per favoreggiamento alla ricettazione, per cercare i mandanti. Ci sono punti inesplorati della vicenda – dice Ugo Biagianti, avvocato di Eduardo Del Rio – Basti pensare anche solo alle borse che trasportava Nicolas: 23 sono state trovate in possesso della fidanzata di Klodjan e due sul libero mercato, delle altre non c’è traccia».

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