Morì a 18 mesi per il metadone: i genitori patteggiano Skip to content

Morì a 18 mesi per il metadone: i genitori patteggiano

Tre anni e 20 giorni di pena per il babbo e la mamma del piccolo, accusati di omicidio colposo: il bambino bevve la sostanza e rimase intossicato in maniera letale. Il babbo lo portò subito alla Misericordia, ma i tentativi di rianimazione furono inutili
Il tribunale di Grosseto
Il tribunale di Grosseto

GROSSETO. L’unica vera condanna, quella che non potranno mai scontare, l’hanno ricevuta il 15 settembre 2020, quando il loro bambino di appena 18 mesi morì a causa di una crisi respiratoria provocata da un’intossicazione acuta da metadone. Sostanza che assumevano i genitori del piccolo e che il bambino aveva inavvertitamente bevuto.

Ad accorgersi che suo figlio respirava male era stato il babbo del piccolo. Il ragazzo lo prese in braccio ed andò di corsa alla sede della Misericordia. 

L’ambulanza era rimasta a lungo ferma nella piazza del paese nell’entroterra dove viveva la famiglia: i sanitari fecero di tutto per rianimare il piccolo. Che però, non è riuscito a sopravvivere. 

La tragedia nell’appartamento della famiglia

 Tre anni e 20 giorni, più 2.040 euro di multa: è questa la pena patteggiata in tribunale, di fronte al giudice Marco Mezzaluna. Il babbo e la mamma del piccolo, 27 anni e 37 anni, difesi dall’avvocata Sabrina Pollini, hanno pianto davanti all’aula dove si è svolta l’udienza. Hanno pianto non per la pena da scontare, ma per essere stati costretti a sopravvivere al loro bambino

Il piccolo aveva trovato il metadone in casa. La coppia, che all’epoca era sottoposta a un programma terapeutico di disintossicazione, aveva alcuni flaconi della sostanza. Il piccolo ne bevve un po’. Fu il babbo ad accorgersi che, nel suo lettino, respirava a fatica. 

Le indagini furono affidate ai carabinieri che hanno ricostruito quello che era successo nell’appartamento. 

Una famiglia distrutta dal dolore

I genitori del bambino, di fronte al giudice Marco Mezzaluna e al sostituto procuratore Giovanni De Marco, non sono riusciti a dire nemmeno mezza parola. Il loro bambino non c’è più e loro ora dovranno scontare tre anni e 20 giorni. Pena che non li porterà in carcere: entrambi infatti, dopo la tragedia, hanno avviato un percorso di recupero. 

Il babbo del piccolo è rimasto a lavorare nella comunità terapeutica dove si è disintossicato e dove ha cominciato a studiare e a seguire il corso per Operatore socio sanitario. La mamma del bambino, invece sta seguendo un percorso all’esterno. Entrambi sono riusciti a superare la loro dipendenza dalle droghe. Ma il dolore per la tragica morte del loro bambino, li accompagnerà per tutta la vita.  

 

 

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