Morto a 18 mesi per il metadone: è omicidio colposo Skip to content

Morto a 18 mesi per il metadone: è omicidio colposo

I genitori del bambino avevano lasciato il farmaco incustodito, il piccolo si era addormentato, poi aveva smesso di respirare. Sono anche accusati di spaccio
La Procura di Grosseto
La Procura di Grosseto

GROSSETO.  La condanna peggiore, il babbo e la mamma del piccolo di 18 mesi morto dopo più di un’ora di rianimazione, nell’ambulanza parcheggiata nella piazza di un borgo delle colline del Fiora e dell’Albegna, hanno cominciata a scontarla quando hanno saputo che il loro piccino non c’era più. Era il 15 settembre 2020 quando l’intero borgo restò per tutto quel tempo con il fiato sospeso ad aspettare che da quell’ambulanza i sanitari uscissero con il volto disteso e il sorriso sulle labbra. Non successe: il bambino era morto e i suoi genitori furono indagati per omicidio colposo. 

Ora, dopo più di due anni, le indagini coordinate dalla sostituta procuratrice Anna Pensabene, si sono concluse. 

Intossicazione acuta di metadone 

Di quella morte, avvenuta sull’ambulanza dove i sanitari avevano fatto di tutto per salvargli la vita, sono stati ritenuti responsabili i genitori che non avrebbero vigilato sul loro piccino. Il bambino sarebbe infatti stato ucciso da una progressiva insufficienza respiratoria da intossicazione acuta da metadone.

Sostanza che il bambino avrebbe inavvertitamente ingerito.

È questa la conclusione alla quale erano arrivati i consulenti della procura che avevano fatto l’esame tossicologico sul corpicino del piccolo e l’autopsia

È possibile che il bambino abbia trovato in casa una boccetta con il metadone e che ne abbia bevuto il contenuto, senza che i genitori se ne accorgessero. Poi, messo nel lettino, il bambino si è addormentato, cominciando a respirare in maniera sempre più irregolare, finché il suo cuoricino, massaggiato per più di un’ora dai soccorritori della Misericordia, ha smesso di battere.

La coppia, assistita dal giorno della morte del piccolo e ora difesa dall’avvocata Sabrina Pollini, aveva nominato un consulente di parte, il medico legale Giulia Nucci. 

Entrambi tossicodipendenti, i genitori del bambino avevano lasciato incustodito il farmaco che assumevano regolarmente come da piano terapeutico del Serd. 

Accusati anche di spaccio

Genitori che, oltre all’accusa di omicidio colposo del loro bambino, si sono visti piovere addosso anche quello di spaccio: le indagini dei carabinieri avrebbero accertato alcuni episodi di cessione di cocaina, eroina, metadone e hashish ad altre persone tossicodipendenti. Episodi che sarebbero andati avanti dal 2018 fino a metà settembre del 2020. 

Ora per entrambi, la procura potrà chiedere il rinvio a giudizio. 

Riproduzione riservata ©

Condividi su

Articoli correlati