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Lotta al cyberbullismo, Ambra Sabatini testimonial

Torna in piazza Duomo il truck della polizia per la campagna “Una vita da social”: incontri con gli studenti contro i pericoli del web
Ambra Sabatini con il questore Antonio Mannoni
Ambra Sabatini con il questore Antonio Mannoni

GROSSETO. È Ambra Sabatini, oro alle paralimpiadi di Tokyo, la testimonial di “Una vita da social”, la campagna educativa itinerante della Polizia che domani, martedì 15 novembre, farà tappa in piazza Duomo. Durante la mattinata i poliziotti incontreranno gli studenti delle scuole secondarie di primo grado e del biennio delle superiori e i loro docenti per affrontare insieme temi delicati come il cyberbullismo e il sexting.

Ad accogliere la tappa del truck della polizia ci sarà il questore Antonio Mannoni, insieme alla prefetta Paola Berardino, al sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna e al dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, con la campionessa paralimpica dei 100 metri di Tokyo2020, la cui impresa a soli 19 anni e la cui storia potrà essere valido esempio e modello ispiratore alla comunità scolastica e a quanti vivono momenti di difficoltà.

«Il web offre sicuramente delle grandi opportunità per i nostri ragazzi, ma anche moltissimi rischi – dice il questore Mannoni – rispetto ai quali la polizia vigila e interviene costantemente a tutela della collettività e delle fasce più deboli tra cui i ragazzi più giovani».

Capire i ragazzi oggi non è sempre per gli adulti compito agevole, soprattutto quando si tratta di comprenderne i bisogni, i modelli di riferimento, gli schemi cognitivi inerenti i diversi gruppi di riferimento che compongono il variegato universo giovanile. Giovani che sempre più spesso restano “contagiati” da modelli sociali trasgressivi completamente sconosciuti ai genitori. Sempre più sono i giovanissimi a rischio solitudine che per ore su Internet incontrano altri internauti altrettanto solitari che, a volte, sono già stati contagiati dai “pericoli del web”.

Il fascino della rete e la sottile suggestione del messaggio virtuale, così come l’idea di sentirsi “anonimi”, nonché il senso di deresponsabilizzazione rispetto ai comportamenti tenuti online, stanno dilagando così da determinare serie preoccupazioni in coloro che ancora credono in valori fino a ieri condivisi. Basti pensare a quello che è successo l’anno scorso a Grosseto, dove è stato aperto un account su Instagram per il quale due diciottenni sono ora indagati dalla procura dei Minori per diffamazione e associazione a delinquere.

L’obiettivo dell’iniziativa è quindi quello di prevenire episodi di violenza, vessazione, diffamazione, molestie online, attraverso un’opera di responsabilizzazione in merito all’uso della “parola”. Gli studenti attraverso il diario di bordo potranno lanciare il loro messaggio positivo contro il cyberbullismo. Messaggi importanti, dal momento che un ragazzo su 3 ha un profilo fake sui social, 5 ragazzi su 6 controllano sempre chi mette like ai loro post e che un minore su 2 è vittima di violenze ed il dato è in netta crescita per i giovanissimi.

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