GROSSETO. «Non si potevano vedere ridotte in quel modo» racconta Riccardo Guerra.
Oltre ad essere un avvocato, è anche allenatore dei ragazzi della squadra di calcio Virtus Maremma. Non era la prima volta che passava accanto a quelle aiuole sull’Aurelia per andare ad allenarli.
Il 3 maggio, all’uscita di Giuncarico ha deciso di fermarsi e ripulirle. «Hanno tagliato l’erba oramai da quasi un mese – dice Guerra – solo che tutti i rifiuti che erano per terra sono stati lasciati lì. Bottiglie, lattine, sacchetti, di tutto».
Infatti, come molte volte i residenti hanno lamentato anche in città, il taglio del verde spesso finisce per lasciare a terra i rifiuti che nel verde sono rimasti nascosti. Altrettanto spesso le macchine utilizzare per tagliere l’erba “fanno coriandoli” di bottiglie e contenitori vari, contribuendo alla loro dispersione.
Così dal taglio del verde emergono lattine, bottiglie e altri rifiuti che quando non vengono fatti a pezzi, nella migliore delle ipotesi rimangono lì. Nella peggiore, vanno a finire chissà dove.
«Nessuno si è fermato, non interessa»
Dopo il suo blitz contro la sporcizia sulla spiaggia di Fiumara, l’avvocato è tornato a raccogliere rifiuti. Un “passatempo” che non fa per diletto ma soprattutto per necessità. «Si tratta di uno spazio pubblico – dice Guerra – Mi hanno detto che le gare di appalto per i lavori sono a ribasso, quindi già tanto che l’erba venga tagliata e portata via, nessuno poi passa a raccogliere i rifiuti. Nessuna ditta, ma anche nessun cittadino a quanto pare. Nessuno rimane impressionato».
Disarmante l’indifferenza degli altri. «Quando ho ripulito la spiaggia a Fiumara qualcuno ha detto che volevo farmi pubblicità – precisa l’avvocato Guerra – quale vantaggio ne dovrei ricavare? Lo faccio perché questo materiale lasciato a terra va smaltito, un ambiente con rifiuti sparsi qua e là è inquinato. Di qui sono passati pullman, camion, auto, nessuno si è fermato. A nessuno fregava qualcosa, né se stessi pulendo né se stessi sporcando».
«Quello che mi chiedo – conclude – è se alla fine deve essere proprio il cittadino che va a rimuovere lo sporco dall’aiuola perché non riesce più a tollerare che nessuno la pulisca».

Nato a Grosseto, pare abbia scelto quasi da subito di fare l’astronauta, poi qualcosa deve essere cambiato. Pallino fisso, invece, è sempre rimasto quello della scrittura. In redazione mi hanno offerto una sedia che a volte assomiglia all’Apollo 11. Qui scrivo, e scopro.
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