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La Casa del popolo che ha scritto la storia, compie 50 anni

Bagno di Gavorrano, “la piccola Russia”, si prepara a festeggiare il mezzo secolo di una delle più grandi e importanti case del popolo d’Italia. Il ricordo di chi c’era e ha contribuito a realizzarla – La Fotogallery
La casa del popolo di Bagno di gavorrano
La casa del popolo di Bagno di Gavorrano con il monumento a Togliatti

BAGNO DI GAVORRANO. Il giorno dell’inaugurazione, il 23 settembre 1973, a presenziare il taglio del nastro della nuova Casa del popolo di Bagno di Gavorrano, in piazza Togliatti, c’era anche Pietro Ingrao. A fianco a lui, l’allora sindaco Arnaldo Senesi, scomparso nel 2001, a cui, nel 2013, la struttura è stata intitolata, e il segretario della sezione Pci, Mauro Giusti, anche lui primo cittadino dal 1990 al 1999. 

Ma soprattutto, quel giorno, a Bagno c’erano migliaia di persone – tra 15.000 e 20.000 – da tutta la provincia, da Livorno, Pisa, Siena, Firenze, Civitavecchia, Roma. Una delegazione arrivò da Torino con due autobus, un’altra da Venezia, perché la sezione Pci di Bagno aveva rapporti ovunque.

Una fiumana di bandiere rosse che sfilarono, con la banda musicale in testa, lungo via Marconi, via Mameli, via fratelli Cervi, per raccogliersi di nuovo in piazza Togliatti, davanti a quell’edificio nuovo di pacca, orgoglio di una comunità fortemente compatta anche nell’appartenenza politica (negli anni ’50, la frazione di Bagno era chiamata la “Piccola Russia” per il numero di iscritti e le percentuali bulgare raggiunte dal Pci).

Per sostenerne la costruzione, vennero raccolti, con le sole sottoscrizioni dei cittadini, circa 20milioni di lire, per un progetto costato in totale 100 milioni di lire. Senza considerare l’insostituibile contributo del lavoro volontario di tante persone

50 anni di impegno politico, sociale e culturale

A distanza di 50 anni, viene celebrato quello che per decenni è stato un punto di riferimento di tutta la comunità, una delle più grandi e importanti case del popolo della Toscana e d’Italia, un luogo di incontro politico, culturale, sociale e ricreativo.

Costruita in 18 mesi, aveva 5mila metri quadrati di parco, la pista di pattinaggio e il bocciodromo, la sala da ballo, le grandi e attrezzatissime cucine industriali, dove le donne del paese sfornavano tortelli e non solo in ogni occasione: che fossero le feste dell’Unità, gli eventi sportivi, anche di livello nazionale o regionale, momenti di aggregazione della vita del paese, cenoni di capodanno.

Cucine successivamente intitolate a Iris Totti, scomparsa nel 1981, colonna portante di tutte le donne del paese che hanno dedicato tanto del loro tempo alla casa del popolo.

Il libro dell’ex sindaco Mauro Giusti

È una storia di coesione, di scelte condivise, di appartenenza, di aggregazione popolare. «Migliaia di persone negli anni sono passate da qui. Eravamo un modello, un’organizzazione grande e importante», scrive Mauro Giusti, nel suo libro “I ricordi di un ragazzo del Palazzo di mezzo”, uscito nel 2006, da cui il regista Maurizio Orlandi ha tratto un documentario. Gran parte delle pagine sono incentrate proprio sulla casa del popolo.

«Era il centro della vita sociale, organizzavamo oltre 70 pranzi di matrimoni all’anno, che significava lavorare tra cucina e sala ogni sabato e domenica, insieme alle nostre donne. Nel libro ho raccontato tanti momenti, episodi, aneddoti che volevo non andassero dispersi insieme alla memoria di chi li ha vissuti, ma rimanessero come esempio dello spirito che animava la politica in quegli anni», riprende Giusti.

Il lento declino e la rinascita

Poi le cose sono cambiate, è finito il senso di appartenenza che raccoglieva i militanti intorno a una bandiera. E la prima a soffrirne è stata proprio la casa del popolo che ha perso i suoi instancabili animatori. In alcuni casi scomparsi, come Arnaldo Senesi, in altri semplicemente stanchi e disorientati da una politica in cui più non si riconoscevano.

Per alcuni anni è rimasta abbandonata e non utilizzata, complice anche la pandemia, fino all’inizio del 2022, quando la proprietà, l’associazione culturale La Quercia, ha fatto un accordo con Arcinprogress, di cui è presidente Alessandro Fabbrizi, per la gestione. E da lì è iniziata la rinascita. 

«La festa per il cinquantenario – dice Fabbrizzi – capita proprio nel momento in cui stiamo dando gambe a un progetto di rigenerazione della casa del popolo, grazie anche al contratto con l’associazione La Quercia, della durata di 6 anni che consente una programmazione solida. Siamo già intervenuti sulla struttura affinché fosse di nuovo fruibile per tutti, in piena sicurezza. Abbiamo sistemato l’impianto elettrico e di condizionamento, realizzato la copertura a fotovoltaico sul tetto. Ora ragioniamo anche sulla sua funzione e su un programma di rilancio».

100 mila euro per la nuova vita della casa del popolo

Arcinprogress, infatti, insieme al Comune, all‘Unione cacciatori toscani, all’Auser, all’associazione culturale La Quercia, ha presentato un progetto su un bando del Far Maremma, arrivando primo per punteggio. Ottenendo così un finanziamento di circa 100mila euro in parte investiti negli interventi strutturali, mentre un’altra parte finanzierà le nuove funzioni.

«Il progetto prevede la sistemazione interna per creare una sala prove da destinare ai gruppi musicali, una biblioteca per i bambini, un archivio storico realizzato in collaborazione con l’Istituto storico grossetano della resistenza e dell’età contemporanea. Una parte, infine, sarà destinata a una mostra fotografica permanente sulla storia della casa del popolo. Stiamo perfezionando le procedure, ma entro i primi mesi del 2024, contiamo di inaugurare i nuovi spazi. L’obiettivo fondamentale è non disperdere la memoria e l’esperienza di una straordinaria e irripetibile stagione di impegno collettivo», conclude Fabbrizzi.

Come è riportato nella targa dedicata alla figura di Arnaldo Senesi, infatti, la nascita della casa del popolo «è il frutto di una straordinaria stagione di impegno collettivo, promossa dall’allora sezione locale del Partito Comunista Italiano, che si è concretizzata con il lavoro volontario, la sottoscrizione economica e la passione di centinaia di persone. Il ringraziamento va a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questa struttura, luogo di incontro, confronto e partecipazione sociale, culturale e politica della comunità».

Le celebrazioni del cinquantenario

La festa per i 50 anni della casa del popolo si articola in sei giorni, il 15, 16 e 17 poi il 22, 23 e 24 settembre. Un programma ricco di eventi, dibattiti, musica, libri, film, gastronomia e divertimento, con la giornata clou sabato 23, data dell’anniversario.

Il programma completo sulla pagina facebook di Arcinprogress Bagno di Gavorrano.

E proprio il 23, verranno consegnati riconoscimenti ai 7 segretari di sezione (Mauro Giusti, Massimo Borghi, Vitaliano Castelli, Alberto Galeotti, Mirto Onofri, Silverio Joao, Giulio Querci) che hanno seguito la storia della casa del popolo dal momento della sua nascita, ai progettisti Renzo e Sergio Gentili, ai familiari dello scultore Alessandro Righetti, autore del monumento a Palmiro Togliatti davanti alla struttura.

Poi ai familiari di Arnaldo Senesi e di Iris Totti, a Claudio Fiorini e Antonio Rende per l’impegno profuso nei 50 anni di gestione della casa del popolo. Infine è stata invitata la brigata Gramsci della scuola d’arte di Urbino che nel 1974 realizzò il murales sulla storie delle miniere, nella sala riunioni.

 

 

Autore

  • Lina Senserini

    Redattrice di MaremmaOggi. Laurea in Lettere moderne, giornalista dal 1995. Dopo 20 anni di ufficio stampa e altre esperienze nel campo dell’informazione, sono tornata alle "origini" prima sulla carta stampata, poi sulle pagine di MaremmaOggi. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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