GROSSETO. Per chi ha ancora interesse, e in attesa che nei Comuni dove si vota si inizi a parlare dei problemi locali e, magari, a presentare qualche programma credibile, continua il botta e risposta fra Terzo Polo e Terzo Polo per decidere chi è il Terzo Polo.
Pare uno scioglilingua, ma è il risultato di continue prese di posizione di Valerio Pizzuti, dell’associazione Riformisti verso il Terzo Polo e dei coordinatori di Italia Viva e Azione, che formano, appunto, il Terzo Polo.
L’ultima mossa, domenica 26, consiste nello sfiduciarlo. In sostanza chiedono che, in consiglio, vada nel gruppo misto di opposizione.
Nella penultima puntata Pizzuti aveva contestato duramente Donatella Dominici, facendole notare che, come da statuto, manca uno dei due coordinatori territoriali dopo le dimissioni di Rinaldo Carlicchi, che devono essere un uomo e una donna e che, lo stesso Carlicchi, aveva indicato proprio Pizzuti.
«In attesa quindi che il coordinamento regionale si pronunci per ristabilire la pluralità dei coordinatori e quindi anche la loro legittimazione, abbiamo costituito l’associazione denominata “I Riformisti – Verso il Terzo Polo” che raccoglie tante persone che sono interessate al progetto del partito unico di Calenda e Renzi e che in questo momento al livello territoriale non hanno la possibilità di scegliere alleanze o interlocutori per le prossime elezioni comunali».
E ancora: «Spazio quindi agli amministratori che stanno a contatto con la gente e che possono attrarre consensi, spazio proprio ai consiglieri comunali come me che all’ultime elezioni ho preso più di 2000 voti mentre te ti sei fermata a 20, in politica e nei partiti oltre a rispettare lo statuto servono i voti per essere legittimati, poi si può parlare di correttezza e lealtà».
Il Terzo Polo: «Niente a che fare con i Riformisti. Uniti nello sfiduciare Pizzuti»
«Il Terzo Polo – scrivono Donatella Dominici di Italia Viva e Francesco Grassi di Azione – è un progetto politico in costruzione, aperto e inclusivo verso soggetti civici e associazioni di area liberal democratica, riformista, repubblicana e popolare lontana dal populismo del Movimento 5 Stelle e dal sovranismo di Fratelli d’Italia».
«Di questo progetto a livello nazionale e territoriale fanno parte Azione e Italia Viva e, nel territorio, un’associazione vicina è PoP Popolari in Rete. L’associazione Riformisti muovendosi in totale autonomia dal Terzo Polo, invece, non ha dimostrato di voler alcun rapporto con tale progetto».
«Dunque, nessuna divisione nel Terzo Polo della provincia di Grosseto, anzi Italia Viva e Azione, che avevano candidato alle scorse amministrative di Grosseto, insieme al Psi con il Polo Liberale Riformista e Socialista, il dr. Pizzuti, consentendone l’ingresso in consiglio comunale come consigliere di opposizione, sono uniti nello sfiduciarlo, come già fatto pubblicamente dal Psi alcuni mesi fa».
«Gli chiediamo, se ha dignità, che si dimetta, oppure salvi la sua ormai inesistente credibilità e vada nel gruppo misto così potrà svolgere meglio il suo ruolo di consulente della maggioranza iniziato al primo consiglio comunale con il voto al presidente Fausto Turbanti e l’ottenimento in cambio del ruolo di vicepresidente del consiglio comunale».
«I suoi elettori vogliono l’opposizione, non il suo inutile e inconcludente operato».
«Ricordiamo, infatti, che il consigliere comunale Pizzuti, sebbene eletto con i voti raccolti non a titolo personale, come il medesimo vorrebbe millantare, ma sulla base un progetto di coalizione e con il mandato a dialogare con i tre partiti che lo hanno sostenuto, ha tradito deliberatamente l’impegno assunto e conseguentemente non rappresenta più quel progetto».
«Ha tradito il mandato delle elezioni comunali, come ha tradito l’accordo con i tre partiti nelle elezioni provinciali, votando una consigliera di centro-destra al posto della candidata socialista condivisa. Guardando il suo agire in consiglio comunale non vi è traccia di alcun suo personale intervento riguardante le battaglie dei partiti che lo hanno portato in consiglio»
«Questo a fronte di interventi sistematicamente firmati a quattro mani con il consigliere di maggioranza Amedeo Gabbrielli, per non rivangare la questione del baratto amministrativo, in cui è stato evidente quanto il dr. Pizzuti non si fosse minimamente rapportato con quello che all’epoca era il suo partito di provenienza, Italia Viva, e i suoi imbarazzanti silenzi o il suo voto favorevole di fronte a mozioni e proposte della maggioranza che nulla hanno a che vedere con i valori e le convinzioni o con una concezione della politica riformista e di stampo liberal democratico».
«Il consigliere pertanto attualmente rappresenta solo se stesso e quella decina di fedeli che mal lo consigliano e che lo spronano a tutelare interessi non ben definiti».
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