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Il Mangialibro: L’ultimo giorno insieme a Norma Parenti

Dall’archivio del tribunale di Grosseto riemerge il fascicolo originale dell’omicidio della giovane partigiana uccisa il 22 giugno 1944. Sandra Zanelli e Oriano Negrini hanno analizzato gli atti e hanno scoperto, ad esempio, che la data della sua morte, sul certificato del Comune, è sbagliata
La copertina del libro “L’ultimo giorno insieme a Norma Parenti”

GROSSETO. Quinto appuntamento con la rubrica quindicinale “Il Mangialibro”. Ogni due venerdì, MaremmaOggi regala uno spazio dedicato a tutti coloro che amano leggere, proponendo un libro scritto da un autore maremmano o legato alla Maremma.

Protagonista di questa “puntata” è il saggio “L’ultimo giorno insieme a Norma Parenti” scritto da Sandra Zanelli e Oriano Negrini e presentato sabato 22 aprile a Massa Marittima. Il libro è stato pubblicato da Betti Editrice. 

Sandra Zanelli e Oriano Negrini sono rispettivamente funzionaria e cancelliere del tribunale di Grosseto. Appassionati di storia e soprattutto di quella della Resistenza in Maremma, i due autori circa un anno fa hanno fatto, nell’archivio del tribunale, una scoperta eccezionale: Negrini infatti, ha trovato il fascicolo con gli atti giudiziari dell’omicidio della giovane partigiana, uccisa il 22 giugno 1944 a Massa Marittima. 

Zanelli, già in passato, si era occupata di una ricerca inedita sulle sentenze emesse negli anni 1945, 1946 e 1947 dalla Sezione speciale della Corte d’Assise di Grosseto per i reati di collaborazionismo con i tedeschi, commessi dopo l’8 settembre 1943. 

Norma Parenti
Norma Parenti

Negrini invece, che prima di arrivare in tribunale ha lavorato come archivista al Comune di Montieri, è autore di un altro libro che racconta una storia tutta maremmana: “I guardiani del sagro sanguine”. 

Insieme, si sono messi al lavoro per arricchire la conoscenza storica dei fatti avvenuti in Maremma prima della Liberazione. 

L’inchiesta sulla morte di Norma

È una vera e propria inchiesta fatta attraverso gli atti contenuti nel fascicolo giudiziario dell’omicidio di Norma Parenti quella che i due autori conducono nel loro libro. Un libro che, come avvertono già nell’introduzione, non è un testo di storia ma piuttosto una lettura, quasi investigativa, fatta attraverso l'”occhio giudiziario” che i due autori hanno sviluppato lavorando da quasi trent’anni in tribunale. 

Da sinistra, Alberto Mario Pratelli, Sandra Zanelli, Oriano Negrini e i rappresentanti dell’Anps

La verità di quello che successe la sera del 22 giugno 1944 è lontana, ma tante tessere del difficile puzzle ancora tutto da comporre, sono tornate al loro posto.

A partire dalla data della morte della partigiana, Medaglia d’oro al valore militare, avvenuta appunto la sera del 22 giugno 1944 e non il giorno successivo, come indicato nel certificato di morte del Comune di Massa Marittima. 

Nel libro, che contiene anche le immagini fotografiche inedite del fascicolo numero 576, rimasto sepolto per quasi 80 anni dietro a uno scaffale dell’archivio del tribunale di Grosseto e ritrovato da Negrini per puro caso, si segue, passo dopo passo, la tragedia di un omicidio che sarebbe servito, nelle intenzioni degli assassini, non soltanto a fermare il lavoro svolto dalla giovane partigiana ma anche a cancellare la memoria di Norma.

La copertina del fascicolo sull’omicidio di Norma Parenti

Da qui il titolo “L’ultimo giorno insieme a Norma Parenti”. Un titolo che mette subito in guardia il lettore: in quelle pagine, c’è infatti tutta la partecipazione dei due autori che, studiando parola dopo parola i documenti contenuti nel fascicolo, sono rimasti accanto alla partigiana nel suo ultimo giorno di vita.

Ne hanno sentito la fierezza di quanto fatto fino ad allora, ne hanno studiato l’ambiente nel quale era maturata la sua scelta di aiutare i soldati a disertare, ne hanno sentito il dolore, quando il proiettile l’ha trafitta e quando, per manifestare il disprezzo di chi l’ha uccisa, è stata colpita con una coltellata al cuore. 

Pagine per non dimenticare Norma

C’è però un secondo livello di lettura del libro scritto da Sandra Zanelli e da Oriano Negrini. Un fil rouge, che attraversa tutte le pagine dell’ “Ultimo giorno insieme a Norma Parenti” e che è quello della memoria. Chi l’ha uccisa, avrebbe voluto che la Maremma si scordasse di lei. Avrebbe voluto che il suo nome finisse nel dimenticatoio delle storie andate. Ma questo non è successo. E la ricerca portata avanti dai due autori, ne è la concreta dimostrazione. 

Norma Parenti non era soltanto una staffetta che aiutava i partigiani. Era ma che era colei che cercava di convincere, spesso riuscendoci, soldati russi e austriaci a disertare e unirsi ai partigiani. Nella storia della Resistenza maremmana, Norma Parenti ha avuto un ruolo che è stato centrale e che non può essere cancellato. 

Ruolo che lei ha ricoperto fino alla fine, sacrificando la sua vita per la libertà. 

Il fascicolo ritrovato in tribunale, è contro ignoti. Alla fine, il nome dell’assassino non viene a galla. Ma si scopre che del commando facevano parte anche degli italiani

Chi era G.L.? Cosa dice il verbale dell’autopsia? Quali differenze ci sono tra la prima e la terza deposizione della madre di Norma, Roma? Ci sono analogie tra l’omicidio di Norma e quello di suo padre, avvenuto 9 anni dopo? 

Le risposte a queste domande, le trovate tutte nelle pagine del libro “L’ultimo giorno insieme a Norma Parenti”. 


Casa editrice Betti: https://www.betti.it/

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