GROSSETO. È il carcere con il più alto tasso di sovraffollamento della Toscana. Che sfiora il 173%. Quello di via Saffi a Grosseto è l’istituto penitenziario che nella nostra regione colleziona un record. Quello, appunto, del numero di detenuti in più rispetto alla capienza.
Record che si fa presto a raggiungere, dal momento che, sulla carta, potrebbe ospitare 15 detenuti. In realtà, il numero delle persone presenti nella struttura varia tra i 20 e i 30 ogni giorno. E anche il numero degli agenti della penitenziaria è insufficiente.
La relazione del Garante dei detenuti
La commissione Affari istituzionali, presieduta da Giacomo Bugliani (Pd), ha approvato a maggioranza la proposta di risoluzione che approva la relazione 2025 sulle attività del 2024 del Garante dei detenuti Giuseppe Fanfani. La risoluzione esprime apprezzamento per l’attività svolta, ribadisce l’impegno a contribuire alle finalità rieducative della pena e al rispetto dei diritti delle persone, a rafforzare l’ufficio del Garante e auspica un aggiornamento delle previsioni della legge istitutiva del Garante.
Il garante ha presentato ai commissari una relazione corposa, circa 350 pagine, che mette in evidenza la situazione di difficoltà, e a volte di criticità, che affligge il sistema carcerario toscano, che riflette quello del sistema italiano. Fanfani ha ricordato che in Toscana sono oggi presenti 16 istituti penitenziari per adulti, a cui si sommano due istituti per minorenni (IPM) e due residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (REMS).
Suicidi e sovraffollamento
Gli adulti in carcere al 31 dicembre 2024 erano 3.209 presenti (94 donne e 3.115 uomini), di cui 1.487 stranieri. Il tasso dei carcerati con problemi di tossicodipendenza tocca il 36,5%. Riguardo a questo, Fanfani ha sottolineato che il «carcere non può essere la sola risposta che si dà al problema della tossicodipendenza». Al numero dei detenuti in carcere, vanno poi aggiunte 8.118 persone in esecuzione esterna.
Nota critica, il problema dei suicidi. In Toscana nel 2024 se ne sono registrati 8, «ma moltissimi – ha sottolineato il garante – sono gli atti di autolesionismo».
Altro problema ricorrente, il tasso di sovraffollamento che, calcolato sulla capienza, regolamentare, risulta estremamente variabile, con punte nelle carceri di Firenze-Gozzini (112%), Grosseto (173%), Lucca (127%), Massa (137%), Pisa (133%), San Gimignano (126%), Siena (131%).
Questi temi, come ha spiegato Fanfani, si ripercuotono anche sulle condizioni di lavoro degli agenti penitenziari, già in difficoltà per la carenza di organico.
Lavoro e diritto all’affettività
Altro punto critico, la formazione al lavoro, «senza la quale non possiamo pensare di restituire alla società persone che, a fine pena, siano in grado davvero di reinserirsi con successo» Affinché sia possibile mettere in atto un percorso rieducativo e di reinserimenti, servono, «fare formazione dentro al carcere e creare occasioni di lavoro fuori dal carcere». A questo proposito, Maurizio Sguanci (Italia Viva), ha auspicato che le pubbliche amministrazioni promuovano «forme di cooperativa che possano impiegare le persone al termine della loro pena».
Restano da risolvere i problemi del diritto all’affettività (su cui da quest’anno si registra il fatto nuovo di una prima disciplina in materia), il rapporto maternità/detenzione, e la possibilità di eleggere a propria residenza il luogo in cui si sconta la pena.
Maurizio Sguanci ha sottolineato che «gli agenti di polizia penitenziaria sono ancora troppo pochi». Valentina Mercanti (Pd) ha detto che «purtroppo nel sistema si registrano pochissimi miglioramenti» e ha chiesto di affrontare al meglio anche il tema della salute mentale. Marco Casucci (gruppo Misto – Merito e Lealtà) ha auspicato che sul tema del «sovraffollamento si valuti un complesso di misure alternative e adeguate al percorso di reinserimento».
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