GROSSETO. Venti persone hanno accompagnato Emmanuel Yeboah nell’ultimo viaggio. Erano suoi amici, da sempre, erano lacrime sincere e disperate quelle che rigavano i loro visi, un silenzio attonito quello che li abbracciava. Emmanuel è morto il 26 dicembre 2021. Mentre attraversava in bicicletta il ponte che scavalca l’Ombrone era stato urtato da un furgone, la dinamica dell’incidente lo ha fatto precipitare sotto la strada. Un volo di circa 8 metri, fatale. Da quel momento è scattata la ricerca dei familiari, che vivono a Accra, in Ghana.
L’avvocato Sebastiano Sani non ha voluto mancare all’ultimo appuntamento con Emmanuel. Il legale ha seguito tutto l’iter di rientro in patria della salma, iter che si è fermato davanti al muro economico e sanitario. «La famiglia ha dato il benestare alla sepoltura a Grosseto – spiega Sani – e grazie all’interessamento dell’amministrazione comunale è stato possibile dare riposo a Emmanuel».
Era presente David Yeboah, cugino di Emmanuel. «Era venuto in Italia con il sogno del calcio – ricorda – comprando un regolare biglietto aereo. Finita l’avventura sportiva si era trasferito in Maremma. A Accra lo piangono i genitori, 4 sorelle, un fratello. Aveva una figlia, che studia a Londra».
Il feretro si ferma all’ingresso della piccola chiesa di Sterpeto. Al termine della funzione don Mirko Scoccati lo benedice. Sopra la bara ci sono i fiori, spicca il mazzo con i colori rosso, oro e verde della bandiera del Ghana. Gli amici vogliono prendere a braccio Emmanuel, ma la distanza è notevole. Lo fanno quando mancano pochi metri dalla sepoltura. Qualcuno di loro prende una pala, iniziando a coprire il feretro. Si fatica ad allontanarlo.
Silenzio, lacrime, sigarette. Maremma e Accra per un attimo interminabile sono la stessa cosa, lo stesso dolore. La terra che copre Emmanuel è la stessa del Ghana. Nessuna differenza.
