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Gessi rossi, le reazioni di sindaci e politica

Scrivono i sindaci di Scarlino e Follonica, a Ulmi e Lolini, sale la preoccupazione. La reazione anche della Cgil
un veduta della Venator
Una veduta della Venator a Scarlino

SCARLINO. La prima a scrivere, questa mattina, 28 luglio, è la sindaca di Scarlino Francesca Travison, seguita a stretto giro di posta dal sindaco di Follonica, Andra Benini, e da Ulmi e Lolini per la Lega.

L’ordinanza del Tar Toscana, che ha accolto il ricorso di Venator e Sepin, riaprendo il conferimento alla ex cava di Montioni, ha scatenato le reazioni degli amministratori e della politica. 

Travison (Scarlino): «Vicenda assurda, da che parte sta la verità?»

Durissima nei confronti della Regione la sindaca Travison. «Se la diffida non fosse arrivata, almeno una linea di produzione poteva essere lasciata in funzione?», si chiede.

« Com’è possibile che la Regione Toscana prima di diffidare l’azienda non abbia preso in considerazione il suo stesso parere e soprattutto i pareri di Arpat, agenzia preposta al controllo ambientale? Non si fida dei propri giudizi? E di Arpat? C’è qualcosa che sinceramente non torna. Come abbiamo sempre sostenuto, siamo al fianco dell’azienda e dei lavoratori sempre e solo nel rispetto della tutela ambientale.

Questa situazione ha dell’assurdo: non si capisce più dove stia la verità e ciò non fa che mettere a rischio posti di lavoro, posti di lavoro fondamentali per l’economia non di Scarlino, si badi bene, ma della Maremma e della Toscana. Una cosa certa c’è: una soluzione deve essere trovata al più presto, ma non abbiamo più bisogno di risposte a breve termine, c’è necessità di una linea precisa che determini il futuro dell’azienda».

Benini (Follonica): «Occorre una visione più ampia da parte dell’azienda»

«Con la sentenza di ieri del Tar della Toscana, per l’azienda arriva una boccata di ossigeno che permette il proseguimento della produzione. Si tratta di una soluzione a breve termine, che offre però anche del tempo, poco, per pianificare i passi futuri. Adesso ci aspettiamo che la società lavori con un approccio nuovo, insieme ad altri soggetti e agli enti preposti all’individuazione di soluzioni a medio e lungo periodo, così da ridare solidità all’azienda e, di conseguenza, alle tante lavoratrici e lavoratori impiegati».

«L’unico modo per dare un futuro a tutta l’area è lavorare avendo una visione ampia, gettando lo sguardo al futuro. Dall’azienda è profondamente interconnessa al resto dell’area produttiva del Casone. Se dovesse malauguratamente fermarsi, si innescherebbe una bomba occupazionale ed una crisi economica devastante, che non vogliamo e non possiamo permetterci».

Per il sindaco di Follonica, il nuovo approccio deve tradursi in termini di investimenti per la riduzione dei gessi rossi, tornando a parlare di realizzazione di nuovi impianti, e cercando accordi concreti con la Nuova Solmine, disposta a valutare di accogliere il materiale di scarto all’interno della sua proprietà.

«La notizia del Tar offre una soluzione momentanea – conclude Benini – spetta adesso anche all’azienda fare passi ulteriori. Sono stato e sono in stretto contatto con sindacati, Rsu e dipendenti: continuiamo a lavorare per dare un futuro nel nostro territorio».

Lolini e Ulmi (Lega): «Tutelare il polo chimico»

«Una boccata d’ossigeno per la Venator, ma non basta. Occorre che si faccia di più a livello aziendale ed istituzionale a tutela del polo chimico di Scarlino e delle centinaia di lavoratori che vi sono impiegati», scrivono Mario Lolini, commissario regionale del Carroccio, e il consigliere regionale Andrea Ulmi, commissario provinciale.

«Tra il bianco e il nero esistono anche le varie sfumature di grigio che rappresentano le soluzioni che possono essere trovate per dare una risposta chiara, certa e definitiva su un problema che va avanti da anni. Per farlo occorrono l’impegno dell’azienda a ridurre la produzione di gessi rossi e delle istituzioni ad assicurare i tempi necessari affinché questo processo possa essere messo in campo».

«Basta con gli ultrà del no ad ogni costo, le politiche ambientali sono una cosa e queste devono muoversi nell’ambito delle norme, ma non devono essere influenzate da chi dice sempre e solo no, da chi oggi marcia a tutela del lavoro e domani veste i panni del comitato di turno, che rischia di far perdere centinaia di buoni posti di lavoro, come quelli della Venator e del polo chimico di Scarlino. Occorre salvaguardare l’ambiente, che vuol dire turismo in un’area che ha una vocazione importante per tutto il settore, ma lo si può fare facendolo convivere con l’industria. La perdita di un quarto del personale, così come palesato dall’azienda e il rischio stop alla produzione entro poche settimane, devono far riflettere e vanno evitati».

Pagni (Cgil): «Buona notizia, ma non risolutiva»

«L’ordinanza del Tar che sblocca il conferimento dei gessi rossi a Montioni è una buona notizia, ma non è risolutiva sottolinea», commenta la segretaria della Camera del lavoro di Grosseto, Monica Pagni.

«All’azienda chiediamo maggiore chiarezza e di abbandonare la politica del carciofo affrontando un solo problema alla volta senza inquadrarlo in un disegno organico, dando seguito alla richiesta di incontro fatta da Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Le riferite previsioni di riduzione dell’attività sono difficilmente accettabili per gli attuali elementi di conoscenza che abbiamo e non tengono conto delle ricadute sull’azienda direttamente collegata e su quelle dell’indotto», aggiunge.

«Alla Regione chiediamo l’impegno di portare a conclusione le varie procedure che le competono, mentre alla politica chiediamo di tenere fuori questa delicatissima vicenda dalla campagna elettorale perché il balletto delle accuse mentre si stanno cercando soluzioni di questa complessità a fronte dell’esile filo di dialogo aperto, oltre che inutile rischia di essere dannoso».

 

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