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Da un’estate all’altra, il disastro del Pd alle amministrative

La sconfitta di Grosseto, le brutte figure di Orbetello e Campagnatico, le scelte sbagliate di Capalbio e Pitigliano: troppi errori in meno di un anno
Grosseto, Orbetello, Capalbio, Pitigliano, Manciano e Campagnatico. E il segretario del Pd, Giacomo Termine
Grosseto, Orbetello, Capalbio, Pitigliano, Manciano e Campagnatico. E il segretario del Pd, Giacomo Termine

GROSSETO. Da un’estate all’altra, il disastro è servito.

Basta aver preso Scansano e confermato Castiglione per nascondere le evidenti difficoltà del Pd nelle ultime due tornate amministrative?

Al di là della doppia figuraccia a Orbetello a settembre e a Campagnatico a maggio, quando per banali errori di superficialità e approssimazione sono state bocciate le liste ancora prima di votare, un tempo almeno la macchina organizzativa del Pci-Pds-Ds-Pd era considerata la più efficiente di tutte, restano una serie di errori strategici sui quali la dirigenza del partito di Enrico Letta dovrebbe riflettere.

Anche perché l’anno prossimo si va di nuovo alle urne e in gioco c’è un altro Comune importante dove il Pd governa, quello di Monte Argentario. Dove il centrodestra sta lavorando al riscatto da tempo e dove Francesco Borghini non si ricandida. E si vota anche a Gavorrano, Semproniano e Magliano in Toscana dove nel caos del centrodestra una candidatura di spessore potrebbe fare la differenza. Si voterà anche nella commissariata Castell’Azzara.

L’onda lunga del disastro è iniziata alla fine dell’estate scorsa, con la sconfitta pesantissima di Grosseto, la non-corsa di Orbetello e la caduta di Capalbio, dove il Pd ha sponsorizzato il candidato perdente, in un contesto dove, solo annusando l’aria fra il paese e il Chiarone anche le piante sapevano che avrebbe stravinto Gianni Chelini. Non uno di destra, ma uno che il Pd avrebbe potuto appoggiare serenamente.

Amministrative, in questo maggio-giugno, è andata ancora peggio

La figuraccia di Campagnatico grida vendetta. Non tanto perché Gian Carlo Bastianini avrebbe avuto molte possibilità di vincere, anche se con due galli nello stesso pollaio del centrodestra magari qualche chanches l’avrebbe avuta, ma perché non è possibile pensare che il Pd non conosca la legge Severino. Soprattutto in un periodo in cui era messa in discussione anche dal referendum, poi naufragato nella triste melma dell’italico menefreghismo.

A Pitigliano un’altra scelta sbagliata. Eppure con Giovanni Gentili i contatti c’erano stati, tanto che gli era stato offerto l’appoggio del Pd alle comunali in cambio di un voto per Limatola alle provinciali. Poi la strambata su Camilli, tanto per perdere anche il paese del tufo.

A Manciano il Pd aveva un buon candidato, va detto. Rossano Galli era forse l’unico che avrebbe potuto insidiare Mirco Morini, che però aveva dalla sua anche l’ex sindaco Pd, l’altro Galli, Marco. Alla fine la sconfitta anche qui è stata pesante.

Uno zero su tre che grida vendetta. E che impone una forte riflessione al Pd maremmano.

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