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Confagricoltura: «Sulla siccità si sono persi 20 anni»

Il presidente Attilio Tocchi attacca l’immobilismo della politica e delle istituzioni
Nel riquadro Attilio Tocchi
Un campo inaridito e, nel riquadro, Attilio Tocchi

GROSSETO. «La siccità negli ultimi 20 anni ha provocato danni all’agricoltura italiana per oltre 15 miliardi di euro. Dunque non basta affrontare il problema quando si presenta, ma servono interventi da progettare, pianificare e programmare nei tempi giusti».

Non ha peli sulla lingua, Attilio Tocchi, presidente di Confagricoltura Grosseto, che, sul problema della siccità bacchetta la politica e le istituzioni, a suo dire “immobili” di fronte al problema se non al momento in cui si manifesta in tutta la sua gravità. 

Una simile riflessione è quella di Matteo della Negra di Grosseto al centro, che ha ricordato i progetti mai realizzati del Piano territoriale di coordinamento, per invasi e regimazione delle acque.

Tocchi: «Gli agricoltori hanno bisogno di certezze»

E invece, gli agricoltori hanno bisogno di certezze «senza le quali – dice Tocchi – si lavora sempre in emergenza. Nonostante si parli da anni della necessità di rivedere completamente la questione idrica, una volta passata l’emergenza, puntualmente, si procrastina la cosa, preferendo urlare alla calamità naturale».

«Se siamo coscienti dei cambiamenti climatici in atto, del fatto che il processo di desertificazione si sta sempre più spostando verso i poli, che le piogge cadono sempre di meno, dobbiamo aspettare il periodo siccitoso di turno per ricordarcelo?», si chiede.

Le azioni mancate sono una responsabilità di tutti

Per il presidente di Confagricoltura, sono mancate le azioni per mitigare i rischi legati ai cambiamenti climatici, come lavorare per il risparmio idrico, per migliorare la gestione delle acque, utilizzare sementi capaci di resistere allo stress idrico.

Scelte sbagliate o rimandate, la colpa delle quali, dice Tocchi «non deve essere accollata solo agli altri, ma quella  maggiore appartiene ancora una volta alla politica e alla sua atavica incapacità di vedere oltre l’immediato».

Ma Se non c’è l’acqua per irrigare i pomodori, i cui costi di produzione superano abbondantemente 5mila euro ad ettaro, chi rifonde il danno? Di certo non il Fondo di solidarietà nazionale che ha stanziato a malapena 280 milioni di euro, terminati entro 48 ore.

Programmazione, pianificazione e progettazione per combattere le emergenze

Dunque, i problemi vanno affrontati prima che diventino emergenze, attraverso 3 “P”: programmazione, pianificazione e progettazione. «Purtroppo, invece, nessuno si è mosso per creare invasi a monte, per regimare le acque e strutturare un adeguato sistema irriguo», continua Tocchi che, infine affronta la questione dei consorzi di bonifica.

«Va rivista la mission di questi enti, trasformandoli in gestori del sistema idrogeologico e irriguo, rendendoli lo strumento attraverso il quale attuare una corretta politica di gestione della risorsa idrica a 360 gradi, capace di rispondere a momenti siccitosi come quello record di questo 2022.

Una situazione eccezionale richiede interventi di altrettanto eccezionale portata e senza un suolo fertile, resiliente e in salute, non c’è vita», conclude Tocchi.

 

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  • Redattrice di MaremmaOggi. Laurea in Lettere moderne, giornalista dal 1995. Dopo 20 anni di ufficio stampa e altre esperienze nel campo dell’informazione, sono tornata alle "origini" prima sulla carta stampata, poi sulle pagine di MaremmaOggi. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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