Assalto al cavallino: «Datemi una piazzola in campeggio» | MaremmaOggi Skip to content

Assalto al cavallino: «Datemi una piazzola in campeggio»

Il trentaduenne è seguito da anni dai servizi sociali ma ancora non ha avviato un percorso di cura continuativo
L’assalto al cavallino il giorno di Pasquetta

MARINA DI GROSSETO. Dopo l’assalto al cavallino di Marina di Grosseto della scorsa settimana e dopo l’atto dimostrativo di Pasquetta, quando il trentaduenne argentino è tornato di nuovo sul lungomare della frazione balneare, questa volta per appendere il frullino e la scritta «vendetta» alla zampa della statua eretta per il 70° anniversario del Quarto stormo dell’Aeronautica, i servizi sociali e il Comune stanno cercando un sistema per evitare che l’uomo faccia altri gesti dimostrativi come questi. 

Seguito dai servizi sociali

La situazione è ben nota ai servizi sociali. L’uomo si è infatti rivolto al Coeso dopo essere stato sfrattato dall’abitazione nella quale viveva con la moglie e due figli. Dopo lo sfratto, la moglie si sarebbe allontanata con i minori.  

L’uomo, a causa di alcuni periodi passati in carcere, non ha potuto nemmeno beneficiare del percorso di emergenza abitativa, facendo domanda per un alloggio al Poggio di Roselle: il regolamento infatti prevede due anni di residenza continuativa nella nostra città.

I servizi sociali, infatti, oltre a trovare soluzioni immediate, tampone, di fronte alle criticità, devono poi avviare progetti condivisi con le persone che vi si rivolgono, che hanno l’obiettivo di far fuoriuscire la persona dallo stato di bisogno.

Il frullino attaccato alla zampa e il carrellino che usa per portare il materiale

A quel punto, la soluzione trovata è stato un terreno in affitto in pineta, dove si è trasferito in una roulotte. I servizi sociali, di volta in volta, lo hanno aiutato a pagare ciò di cui aveva bisogno. Ma ora, per la stagione estiva, avrebbe chiesto la possibilità di spostare la sua roulotte nella piazzola di un campeggio, con una spesa piuttosto alta che avrebbe bisogno di aiuto per affrontare.

L’uomo è stato riconosciuto dal perito del tribunale affetto da un vizio parziale di mente ma fino ad oggi, non si è mai voluto sottoporre alle cure necessarie. Fabbro e falegname, dall’anno scoro va in giro per la città invocando giustizia, con un carretto sul quale ha montato un totem che qualche volta ha cercato anche di portare dentro al tribunale. 

Arrestato più volte, all’ultima udienza davanti alla giudice Laura Previti non ha chiesto scusa. Ha solo detto di aver messo in scena un atto dimostrativo. Difeso dall’avvocato Francesco Paolo Giambrone, l’uomo è tornato libero e lunedì 18 aprile si è ripresentato di nuovo sul lungomare di Marina di Grosseto. Il suo avvocato si è impegnato a convincerlo a farsi curare, ma per ora l’uomo non ha ancora deciso di interpellare uno psichiatra. Probabilmente, l’unico sistema per evitare altre manifestazioni come quella della scorsa settimana. 

 

 

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