Il bistrot "Da Antinesco" raddoppia e apre a Siena | MaremmaOggi Skip to content

Il bistrot “Da Antinesco” raddoppia e apre a Siena

In tempo di crisi, la scommessa imprenditoriale vinta di Sandra e Aldo, nel solco della tradizione di famiglia
Sandra e Aldo con le loro collaboratrici
Sandra (a centro della foto) e Aldo con le loro collaboratrici: da destra, Barbara Terzuoli, Carmela Ambrosio, Donatella Ginanneschi, Emanuela Rossi, Patrizia Fidanza

PAGANICO. Pronunciare il nome Antinesco, a Paganico, è parlare di storia. Quella di un vero e proprio pioniere della ristorazione che già all’inizio degli anni ’60 aveva aperto un locale nel centro del paese, accanto a Porta Grossetana. Pochi metri quadrati dove serviva delizie culinarie tipiche, dai fegatelli, alla porchetta, alle acciughe sottopesto, ai tortelli di ricotta.

Non molto tempo dopo, Antinesco Mannucci, confermò la sua vista lunga, aprendo La Pace, il primo albergo-ristorante sulla nuova Grosseto-Siena. Erano i primi anni ’70 e, quando a Paganico e non solo, si diceva “si va da Antinesco”, si apriva un mondo di sapori, di piatti, di paste, caffè e panini al volo. Celebri, proprio quelli con la porchetta e con le acciughe. 

Sandra, Aldo e il ristorante-bistrot “Da Antinesco”

Amore, passione e conoscenze, tramandate di generazione in generazione, fino alla nipote Sandra Barracu, che insieme al marito Aldo Di Giulio ha raccolto il testimone del nonno, aprendo un ristorante-bistrot nei locali della famiglia, all’hotel La Pace. Il nome non poteva essere che “Da Antinesco”, un brand nuovo, ma all’insegna della tradizione.

Entrambi quarantenni, due figli, tante idee e tanta voglia di fare, Sandra e Aldo, hanno lanciato il loro progetto e il brand “Da Antinesco” nel 2019. Non potevano certo immaginare che di lì a pochi mesi si sarebbe fermato tutto. Il Covid e il lockdown sono calati implacabili da un giorno all’altro a chiudere gli italiani in casa.

La Bottega con i prodotti tipici ph Manfredo Pinzauti
La Bottega con i prodotti tipici  ©Manfredo Pinzauti

Un’idea messa a punto durante il primo lockdown

Dopo un primo momento di smarrimento, tuttavia non si sono lasciati scoraggiare e hanno utilizzato i mesi di chiusura per riprogettare e metter a punto la loro idea. 

«Abbiamo ragionato a mente fredda – dicono – prendendoci il tempo per rivedere l’idea di partenza ed esprimere al meglio il nostro brand. Abbiamo quindi deciso di aprire il ristorante a pranzo con un menù di piatti tipici. Abbiamo aggiunto l’enoteca, cresciuta fino a poco meno di 500 etichette, la maggior parte delle quali del territorio, insieme a vini di provenienza nazionale e internazionale.

Non solo, ma ci siamo dedicati alla ristrutturazione fisica del ristorante, dove abbiamo lavorato personalmente affidandoci al nostro gusto, impiegando il periodo di chiusura in maniera costruttiva».

Giorno dopo giorno, il progetto “Da Antinesco” ha cominciato a prendere la sua nuova forma, per arrivare alla riapertura a maggio 2020. Ed è stato subito un successo: aperto solo a pranzo, con menù tradizionale e l’enoteca ha portato a ottimi risultati. Fino al secondo lockdown, arrivato dopo pochi mesi di respiro.

Dal ristorante, alla “bottega” dei prodotti tipici e a km 0

Se Sandra e Aldo non si sono scoraggiati nel primo lockdown, tantomeno lo hanno fatto nel secondo. È nata in quella fase l’idea di sviluppare lo spazio dedicato ai prodotti tipici. «Abbiamo approfittato del tempo libero per andare alla ricerca e selezionare le aziende di trasformazione locali più affidabili e che producono in modo sano e sostenibile», raccontano Sandra e Aldo.

«A maggio 2021 eravamo pronti per aprire “La Bottega”, un fornitissimo market dove è possibile acquistare solo prodotti locali, dalla pasta biologica della Val d’Orcia, ai formaggi del caseificio Quadalti, ai salumi prodotti dal salumificio 3 Esse di Paganico. Poi marmellate,  confetture, legumi, olio Evo, le gelatine tra cui la deliziosa gelatina di birra, il famoso tabasco prodotto a Grosseto, nato anche in questo caso durante il primo lockdown, di cui MaremmaOggi ha raccontato la storia». 

I prodotti in vendita sono gli stessi usati in cucina, per i taglieri, per i panini, per le schiacciate gourmet, preparate al momento con prodotti della bottega.

Una schiacciata gourmet
Una schiacciata gourmet

Sughi e salse a marchio Antinesco

Quando la fantasia non manca, le idee vengono da sole. Dal ristorante, alla Bottega, al marchio Antinesco su alcuni prodotti, il passo è stato breve. Sui ricchi scaffali della bottega che avvolgono gli ospiti durante il pranzo, ora si trovano anche salse e sughi brandizzati: sugo all’aglione, alle verdure, al pomodoro, acquacotta. 

Tutti prodotti in Maremma, solo con materie prime locali, acquistabili esclusivamente all’interno del punto vendita e prossimamente sul sito antinescoshop.com, che sarà online prima di Natale.

Una squadra esperta e affiatata dietro il successo di Sandra e Aldo

L’azienda, è il caso di chiamarla così, occupa diversi dipendenti; una squadra di donne e ragazze con tanta energia e voglia di fare, alcune storiche, altre appena arrivate. 

La regina della cucina è da sempre Donatella Ginanneachi, con il supporto di Carmela Ambrosio, entrambe lanciatissime in questa nuova avventura. Al bar, un’altra dipendente storica, Barbara Terzuoli, insieme a Emanuela Rossi, che ha preso servizio alcuni anni fa. In alta stagione arriva anche il supporto di Patrizia Fidanza.

«Tutto quello che abbiamo progettato e messo in campo, tuttavia, non sarebbe stata possibile senza l’appoggio incondizionato di Carla Mannucci, figlia di Antinesco e madre di Sandra, insieme al marito Claudio Colombo. La loro presenza e la costante rassicurazione, ma anche l’esperienza nel settore, dono state fondamentali per dare vita al nostro progetto», dicono Sandra e Aldo.

“Da Antinesco” raddoppia con un nuovo locale a Siena

In tempo di crisi, non è facile trovare un’azienda giovane e dinamica, pronta a investire, raddoppiando con l’apertura di un nuovo locale. Dall’inizio del prossimo anno, “Da Antinesco” apre a Siena, vicino a Porta Camollia. Una replica del locale di Paganico, con almeno 6 dipendenti. Del resto i senesi conoscono il locale madre che frequentano passando in direzione mare e ritorno.

«Sarà un modo per “esportare” i nostri prodotti e il nostro brand. L’appetito, è il caso di dirlo, vien mangiando», concludono Sandra e Aldo.

 

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