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Allevatori e autotrasportatori «strozzati dai costi»

Allevatori, agricoltori, e autotrasportatori del settore agroalimentare si sono riuniti in un corteo fermatosi in piazza Barzanti, dove hanno manifestato le forti criticità sofferte dal settore
Una parte del corteo all’ingresso di Grosseto in via Scansanese

GROSSETO. I costi troppo alti, e in continuo aumento mentre i prezzi al produttore, sono sempre troppo bassi. Agricoltori, allevatori, e con loro anche gli autotrasportatori della filiera, hanno dato vita oggi, 22 febbraio, ad un lungo corteo per cercare di sensibilizzare Governo e istituzioni sulla profonda crisi in cui versa il settore.

 

Partiti dal Madonnino, il corteo di trattori, automezzi e camion, è arrivato in piazza Barzanti a Grosseto intorno alle 14:00, dove è cessato il rumore dei clacson, ed è iniziata una manifestazione con cartelli, proclami e un dibattito che sono chiaro simbolo della difficoltà vissuta dagli operatori del settore.

 

Allo scoraggiamento antepongono la voglia di farsi sentire. Manifestando un abbandono delle associazioni di categoria e della politica.

Alcuni cartelli della manifestazione, tra loro anche Mirella Pastorelli

«Ci sentiamo abbandonati da chi ci rappresenta – afferma Mirella Pastorelli del Comitato pastori italiani – siamo qui per manifestare uniti le nostre difficoltà. Oltre ai problemi delle predazioni, le aziende sono attaccate anche da questi costi in continuo rialzo. Vogliamo che il nostro messaggio arrivi al Governo. I nostri allevatori producono delle eccellenze, e l’Italia non può relegare questo importante mondo produttivo d’eccellenza al silenzio o lasciarlo nell’ombra»

Un momento del dibattito in piazza Barzanti, con Mirella Pastorelli e Roberto Congia

Roberto Congia, in piazza anche lui con una delegazione sarda in rappresentanza del Movimento pastori sardi, porta il suo contributo: «Ringrazio Simone Masala e Salvatore Fais, che hanno contribuito fortemente ad organizzare tutto. Mi fa piacere vedere qui molte persone presenti. Siamo venuti a portare solidarietà, per iniziare anche una battaglia che principi dal basso e arrivi a fino Roma, che riunisca tutte le categorie, i settori produttivi. Serve una forte sveglia al Governo, l’economia deve ripartire, ed è importante che lo faccia dal basso, da chi produce. Le piccole imprese sono il motore dell’Italia. Si dovrebbe investire anche sulle fonti rinnovabili installabili nelle aziende, mettendole in condizioni di essere autosufficienti dal punto di vista energetico».

Salvatore Fais, uno dei giovani allevatori e agricoltori presenti nella piazza, porta la sua amara testimonianza: «Il settore sta passando un duro periodo, i rincari sono la goccia che sta facendo traboccare il vaso. Da anni stavamo combattendo sul prezzo delle nostre produzioni, ora anche su quello delle materie prime. Mentre chi compra, normalmente, conosce il prezzo di quello che acquista, noi produciamo senza sapere il prezzo che ci verrà dato sulla nostra merce».

Tra gli autotrasportatori, Alessandro Gabelli è quello si fa più sentire anche in mezzo al dibattito: «Il periodo è davvero molto critico. Non ne possiamo più, tutti i giorni costi aumentano e i guadagni si assottigliano, non ci sono più. Mio figlio che ha un allevamento vede delle fatture da pagare esorbitanti. Ha tanta volontà, tanta passione, ma non ce la fa più. Dirgli di diminuire la mole di lavoro, è un pianto. Mi meraviglio della politica, la nostra roba sembra che non conti niente. Siamo scoraggiati»

 

L’auspicio dei presenti è che la manifestazione sia una delle tante che andranno “in replica” sul territorio italiano, sensibilizzando governo e cittadini, portando al blocco immediato dei rincari e ad una marcia indietro dei costi, per vedere così le aziende realizzare un minimo guadagno. Aziende che, come sostengono all’unanimità nella piazza, riversano davvero in serie difficoltà.

 

 

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