Infermiera aggredita, la Uil: «Diversificare i percorsi» | MaremmaOggi Skip to content

Infermiera aggredita, la Uil: «Diversificare i percorsi»

La denuncia del sindacato: «Troppo spesso persone a rischio vengono “parcheggiate” al pronto soccorso. Con tutto quello che consegue»
In coma a 23 anni, l'ospedale Misericordia
L’ospedale Misericordia di Grosseto

GROSSETO. La segreteria UilFpl dell’area vasta Toscana Sud Est Siena–Arezzo–Grosseto condanna l’aggressione dell’infermiera di domenica mattina al pronto soccorso. E anche l’episodio avvenuto due giorni prima nel reparto di psichiatria. Denunciando che troppo spesso persone a rischio vengono “parcheggiate” al pronto soccorso. Con tutto quello che consegue.

«Rischiare la propria incolumità – scrivono – mentre si lavora nel soccorso appare irreale e inaccettabile, ma purtroppo da molto, troppo tempo, oramai è una condizione costante. Si tenga conto che il venerdì precedente, si era registrato un altro caso denunciato dalla UIL Penitenziaria, relativo ad un “paziente” che ha aggredito prima tre agenti in carcere e poi ha devastato la stanza nella quale era stato ricoverato, nel reparto ordinario dell’ospedale Misericordia».

«Poco tempo, fa sempre in pronto soccorso, un’altra infermiera aveva subito un’aggressione (con conseguenze, da quel che ci risulta, refertate). Quotidianamente, ormai, non si contano più contatti fisici  e le innumerevoli minacce, offese, umiliazioni, quasi sempre nei confronti di personale medico, infermieristico e Oss,  nella maggioranza dei casi donne».

«Ritornando all’episodio di domenica 29 maggio, solo con l’intervento della polizia, con il personale sanitario, è stato possibile bloccare l’uomo».

Servono percorsi diversificati per i pazienti a rischio

«Come UILFpl Toscana Sud Est esprimiamo solidarietà all’operatrice sanitaria aggredita, auspicando una tolleranza zero di fronte a certi atteggiamenti. Va detto che gli stessi sono caratterizzati spesso da personaggi noti che vengono “parcheggiati”, per motivi diversi, al pronto soccorso, e che spesso (la UILFpl è già stata, in passato, parte attiva nell’esposizione/denuncia di simili, deprecabili e, diremmo, assurdi episodi) sono protagonisti di lesioni ai danni di infermieri, Oss ecc, che vengono colpiti con pugni, calci, schiaffi, ecc».

«Ora diciamo: Basta! La misura è colma! È inaccettabile che un operatore sanitario debba recarsi al lavoro con la speranza di non essere malmenato!»

«Occorrono percorsi diversi per queste patologie e questi soggetti a rischio. Apprezziamo l’intento dei vertici aziendali, di mostrarsi vicini ai loro dipendenti: purtroppo però il prossimo episodio non sarà preventivabile e nessuno saprà come o perché e soprattutto quando succederà di nuovo. Quindi si corra ai ripari, prima che sia troppo tardi».

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