500 km alla settimana per insegnare e lo stipendio non arriva | MaremmaOggi Skip to content

500 km alla settimana per insegnare e lo stipendio non arriva

Si moltiplicano le segnalazioni di insegnanti precari che da 4 mesi non vengono pagati per il lavoro svolto o ancora in corso
Una classe e, nel riquadro, Cristoforo Russo
L’amara storia di un insegnante precario

GROSSETO. Ogni mattina, prende la macchina e dal sud della Maremma va a lavorare in diversi paesini sull’Amiata nei quali gli è stata assegnata una supplenza temporanea. Sono oltre 100 chilometri al giorno, ma da novembre quando ha preso servizio, ha riscosso lo stipendio solo una volta.

È la storia di un insegnante precario, tra i tanti chiamati a sostituire colleghi con il Covid, o assenti per brevi periodi, “dimenticato” dal ministero dell’Istruzione, che ha messo in finanziaria i fondi necessari ai pagamenti, ma che evidentemente non li ha assegnati al capitolo di spesa da cui l’ente erogatore versa mensilmente gli stipendi.

Da sabato, quando Maremma Oggi ha pubblicato la notizia di questo grave disservizio, per risolvere il quale la Flc-Cgil di Grosseto ha deciso di rivolgersi a un legale per un’ingiunzione di pagamento, i messaggi sul cellulare di Cristoforo Russo (segretario provinciale della Flc-Cgil) si sono moltiplicati.

«Il fenomeno è molto più ampio di quello che pensavamo – commenta Russo – almeno tre volte tanto quello che avevamo ipotizzato all’inizio, dalle prime segnalazioni arrivate. Quasi tutti quelli che ci scrivono da sabato non hanno ancora ricevuto il mese di novembre che viene accreditato a dicembre. In tutto questo anche la ragioneria territoriale, che fisicamente effettua i pagamenti, ha le mani legate e non può fare niente.

Questo problema, peraltro, c’è da due anni, da quando è stato creato il cosiddetto “contingente Covid”. Se il ministero avesse ascoltato i sindacati, che chiedevano di considerare il contingente nell’organico di fatto che arriva al 30 giugno, tutto questo non sarebbe successo, né per le supplenze Covid, né per quelle temporanee che sono finite in questo calderone», conclude Russo.

La testimonianza

Tra i tanti messaggi arrivati al sindacato, c’è l’amara riflessione di un insegnante precario, che dà la misura del disagio e dimostra, ancora una volta, come la qualità dei servizi per i cittadini sia sempre più affidata alla responsabilità e allo spirito di servizio del singolo, chiamato a supplire alla mancanza di organizzazione.

«Nonostante le difficoltà e i circa 500 km settimanali percorsi, la mia serietà e professionalità mi portano ad andare avanti e credere nel futuro. Tuttavia, arriva un punto in cui anche un uomo di sani principi non ce la fa più, vuoi per lezioni ancora svolte con la mascherina, vuoi per i chilometri percorsi su strade invernali pericolose. Detto ciò non voglio dilungarmi e annoiarvi col mio sfogo, chiedo solamente di essere retribuito per il mio lavoro, perché da novembre ho visto solo una mensilità».

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