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Venator, incontro in Regione: le soluzioni per l’azienda

Incontro a Firenze con il vicedirettore di Venator, i sindaci e gli assessori regionali: tracciata una strada per il futuro
Lo sciopero della Venator a Follonica @maremmaoggi
Lo sciopero della Venator a Follonica @maremmaoggi

SCARLINO. A palazzo Sacrati a Firenze si è tenuto un tavolo istituzionale per discutere la delicata situazione dell’azienda Venator di Scarlino, in seguito all’annuncio del licenziamento di 41 dipendenti. All’incontro hanno preso parte gli assessori regionali Leonardo Marras e Monia Monni, il vicepresidente dell’azienda Erick Verner, i sindaci della zona nord della Provincia di Grosseto, il presidente Francesco Limatola, i sindacati e le Rsu.

Il tavolo di crisi è stato aperto per discutere della necessità dell’azienda di ridurre in maniera consistente il personale, sia per le difficoltà ormai note relative allo stoccaggio del materiale di scarto ottenuto dalla produzione del biossido di titanio, sia per la crisi globale che ha investito l’azienda negli ultimi mesi.

Il tavolo in Regione sulla Venator
Il tavolo in Regione sulla Venator

Il vicedirettore Verner ha spiegato che, nonostante la crisi generale del mercato, per Scarlino sono previsti progetti a lungo termine e che l’azienda ha intenzione di mettere a disposizione risorse per le varie attività di progetto.

Di fronte alla necessità di modificare il conferimento dei gessi rossi – oggi ritenuti dei rifiuti e quindi da smaltire in discarica – la Provincia di Grosseto e tutti i sindaci hanno chiesto a Venator di lavorare su più livelli, così da portare avanti più strategie contemporaneamente. 

Possibile il deposito preliminare dei gessi

Il presidente Limatola, a nome dei sindaci presenti, ha sottolineato con favore l’apertura della Regione Toscana rispetto ad alcune novità, come l’ipotesi di un eventuale deposito preliminare dei gessi all’interno dell’area industriale di Scarlino, finalizzato al recupero del prodotto di scarto.

«Abbiamo ascoltato con favore il vicedirettore Verner, che ha mostrato ottimismo per il futuro dell’azienda. Gli amministratori hanno manifestato preoccupazione  – ha detto Limatola – perché quella di Scarlino è l’unica vera industria della provincia di Grosseto. Siamo preoccupati per gli esuberi annunciati, e siamo sempre stati vicini alle lavoratrici e ai lavoratori, scendendo in piazza al loro fianco».

«Adesso, fondamentale e auspicato è il coinvolgimento delle istituzioni locali rispetto al protocollo di intesa, che dovrà essere sottoscritto, proprio come è sempre stato fatto in passato, con tutti i soggetti coinvolti. Un protocollo che deve prevedere anche garanzie sulla riduzione del materiale di scarto e il mantenimento dei posti di lavoro. Non solo: il protocollo deve anche avere una prospettiva di certezza, con investimenti in ricerca e innovazione, sviluppo e sostenibilità. Se i contenuti del documento sono quelli che sono stati presentati questa mattina – ha concluso Limatola – credo però che si possa recuperare una prospettiva di certezza e di futuro».

Venator, le strade percorribili

Dal tavolo Regionale sono emerse le diverse possibilità che ha di fronte a sé l’azienda, come quella di avviare gli iter autorizzativi per la discarica interna, spingere per la conclusione dell’iter autorizzatorio di Ferro Duo, che prevede il riutilizzo del materiale di scarto, e, infine, avviare un iter per il deposito temporaneo finalizzato al recupero dei gessi rossi. 

Seguendo questo percorso sarà possibile stoccare temporaneamente 250 mila tonnellate all’anno di gessi, per tre anni, con un iter piuttosto veloce. Un percorso che dovrà essere accompagnato da impegni precisi circa il mantenimento dei posti lavoro diretti e, di conseguenza, anche indiretti, come quelli dell’indotto. 


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