FOLLONICA. Una manifestazione pacifica ma decisa quella andata in scena questa mattina, mercoledì 26 ottobre, a Follonica, promossa dalle tre sigle delle Rsu Cigl, Cisl, e Uil: sul tavolo i preannunciati 41 licenziamenti da parte di Venator. Una situazione inaccettabile: in piazza sono scesi il presidente della Provincia di Grosseto Francesco Limatola in testa e poi i sindaci di Scarlino Francesca Travison, quello di Montieri Giacomo Termine, di Massa Marittima Marcello Giuntini e per Follonica l’assessora Mirjam Giorgieri, dato che il sindaco Andrea Benini costretto a rimanere a casa a causa del Covid 19.
Qualche centinaia le persone che hanno voluto manifestare partendo dal Comune per arrivare alla vicina piazza Sivieri, attraversando il corso di via Roma.
Gli operai e lo spettro dei licenziamenti
Già poco prima delle nove, lavoratori della Venator e semplici cittadini, si sono ritrovati davanti al Comune di Follonica. E bastava guardare le facce di chi ha paura di perdere il posto per capire che la situazione è ormai quasi insostenibile.
Tutti, indistintamente, non ne comprendono i motivi dato che proprio la dirigenza di Venator, dopo aver annunciato i licenziamenti dei 41 dipendenti – da qui lo slogan promosso dai sindacati «Siamo tutti 41» – non ha mai voluto aprire al dialogo, e cercare una soluzione condivisa. Senza dimenticare che per altri 20 lavoratori a tempo determinato, il contratto non è stato rinnovato e quindi si va verso un vero licenziamento, in questa prima fase, di oltre 60 persone.
E dal calcolo non ci sono le aziende della filiera e dell’indotto, compresa la Solmine che ha con Venator un rapporto di collaborazione molto stretto. Insomma, a rischio nel breve periodo non ci sono solo 41 licenziamenti, ma un’itero indotto che mette a rischio la maggiore azienda della piana scarlinese.
Non c’è crisi ma solo speculazione
Un altro mantra esposto da più voci è stato il perché Venator ha cambiato strada in poche settimane. In piena estate l’assicurazione di più investimenti, poi il deciso cambio di rotta e i preannunciati licenziamenti. Sindacati e lavoratori vedono questo atteggiamento improntato ad una speculazione bella e buona.
Certo, le problematiche dello smaltimento dei gessi rossi alle aule dei tribunali, non hanno fatto altro che accelerare le decisioni di Venator, già però preannunciate dall’amministratore delegato in una delle prime riunione con i sindacati.
Il messaggio del sindaco Benini: «Ognuno deve prendersi le proprie responsabilità»
«Mi è dispiaciuto enormemente non essere questa mattina alla manifestazione al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori di Venator, purtroppo sono bloccato a casa positivo al Covid – ha scritto il primo cittadino di Follonica sulla sua pagina di Facebook – L’amministrazione follonichese, insieme agli altri Comuni del territorio e alla Provincia, era rappresentata da parte della Giunta e del Consiglio comunale. Esprimo la mia vicinanza nei confronti dei lavoratori, sia quelli dell’azienda che quelli delle ditte appaltatrici, questi ultimi troppo spesso non nominati e purtroppo anche minormente tutelati. Quello per cui si è manifestato oggi è un problema che va oltre gli esuberi prospettati e confermati dall’azienda in modo inaccettabile. Si parla della tenuta del polo manifatturiero più importante della provincia di #Grosseto, si parla dello sviluppo di un intero territorio, tutti devono sentirsi coinvolti. Ognuno deve prendersi le proprie responsabilità, a partire dall’azienda che in questi anni dalle responsabilità si è sottratta: parlo degli investimenti necessari per la riduzione del rifiuto prodotto, investimenti veri, concreti. Serviva un piano che desse respiro e futuro e non una spasmodica quanto miope ricerca di una “toppa”. E proprio ora che si stavano delineando delle soluzioni rispetto allo stoccaggio dei gessi, l’azienda è stata in grado soltanto di proporre azioni non transitorie, che sono inaccettabili. Da parte nostra esprimiamo tutta la vicinanza e l’impegno possibile per far fronte comune rispetto a queste scelte inaccettabili».