Venator, nuovo sciopero di 8 ore | MaremmaOggi Skip to content

Venator, nuovo sciopero di 8 ore

Proclamato da Cgil, Cisl, Uil e Ugl, coinvolge anche i lavoratori delle imprese appaltatrici. Manifestazione a Follonica davanti al municipio e in piazza Sivieri
Una soluzione per i gessi rossi. Nella foto, la Venator
Lo stabilimento della Venator a Scarlino

SCARLINO. Domani, 26 ottobre, sciopero di 8 ore dei lavoratori di Venator e delle imprese appaltatrici, che manifesteranno davanti al municipio di Follonica. Le maestranze si sono date appuntamento alle 9.30 in piazza Cavallotti, per poi attraversare via Roma con un breve corteo e arrivare a piazza Sivieri dove si terranno gli interventi dei rappresentanti sindacali e istituzionali.

«A più di un mese dall’avvio della trattativa sindacale seguita alla decisione di Venator di dichiarare 41 esuberi fra i propri dipendenti e di ridurre le commesse alle imprese appaltatrici, con conseguente taglio di personale – sottolineano Monica Pagni (Cgil), Katiuscia Biliotti (Cisl), Federico Capponi (Uil) e Giuseppe Dominici (Ugl) – il confronto è ingessato per l’immobilismo dell’azienda. Non sono state date risposte alle richieste dei sindacati di sospendere la procedura dei licenziamenti, con l’obiettivo di trovare soluzioni alternative che consentano di superare il momento di difficoltà».

I sindacati: «Da Venator comportamento inaccettabile»

Per le organizzazioni sindacali, il comportamento dell’azienda è inaccettabile. Tanto più ora, «che il settore Via e Vas della Regione Toscana sta svolgendo le istruttorie per trovare una soluzione ponte allo stoccaggio dei gessi rossi, nella prospettiva dell’esaurimento degli spazi nella cava di Montioni. L’azienda, ad ogni modo, deve farsi carico della responsabilità sociale nei confronti del territorio sul quale opera da decenni e garantire i posti di lavoro diretti e dell’indotto, impegnandosi a sottoscrivere un nuovo protocollo d’intesa per ridurre gli scarti industriali», scrivono Cgil, Cisl. Uil e Ugl, rinnovando la richiesta di spostare la vertenza al tavolo regionale che si occupa delle crisi aziendali.

«Ci auguriamo che tutti comprendano la gravità del momento e contribuiscano col proprio impegno a trovare soluzioni percorribili e indolori. In gioco, infatti, ci sono almeno ben oltre cento posti di lavoro, stipendi per circa 6,5 milioni di euro, e la sopravvivenza dell’industria chimica nel comprensorio», concludono.

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