GROSSETO. Il generale Roberto Vannacci presenterà il suo discusso libro “Il mondo al contrario” nella sala del consiglio comunale. L’appuntamento è fissato a martedì 19 settembre alle 18.30. Insieme al generale Vannacci ci sarà il consigliere della Lega Gino Tornusciolo, in veste di presidente dell’associazione La Deceris, che ha fortemente voluto questo incontro. Di oggi, 11 settembre, la notizia dell’ok da parte della Prefetta Paola Berardino, all’intitolazione della via a Giorgio Almirante.
Il Pd cittadino, dai banchi dell’opposizione definisce la presentazione del libro e l’intitolazione della via due gesti oltraggiosi.
Pd: «Una serie di decisioni oltraggiose»
Grosseto città aperta: «Città spaccata a maggioranza lacerata dal sindaco»
Anche il gruppo consiliare di Grosseto città aperta è molto critico sull’adozione di via Almirante nella toponomastica cittadina. «Con il via libera amministrativo espresso dalla prefettura, è ufficiale che Grosseto avrà quella via dedicata a Giorgio Almirante tanto voluta da Vivarelli Colonna – scrive in una nota Gca – Un omaggio, quello del sindaco, ad una figura entrata nella storia per il ruolo avuto nella propaganda razziale durante le persecuzioni ebraiche, per aver combattuto al servizio dei nazisti contro i patrioti italiani, tanto da ricevere l’appellativo di ‘fucilatore di partigiani’ per il bando da lui firmato, e per non aver mai rinnegato il suo essere fascista neppure negli anni della Repubblica».
L’arrivo della notizia oggi, per Grosseto città aperta giunge in una data significativa. «Una notizia che, guarda il caso, arriva l’11 settembre, nel cinquantesimo anniversario del colpo di stato in Cile, quando Pinochet rovesciò il governo democratico e istituì quella che sarebbe stata una delle dittature più sanguinarie della storia – continuano – ricevendo grande apprezzamento proprio da Almirante».
Gca: «la decisione ha spaccato la città e anche la maggioranza»
Per una città la toponomastica è uno strumento che consente di attribuire un nome ai luoghi in cui i cittadini vivono o che frequentano. Spesso contribuiscono a fare della varietà cittadina, una comunità. Permettendo a ciascuno di riconoscersi e sentirsi parte anche dei luoghi nei quali passa. «Per questo l’intitolazione di una via alla figura di Almirante è grave non soltanto perché pretende di legittimare un pensiero che sta fuori dalla Costituzione e che tanta sofferenza e violenza ha prodotto . dice il gruppo d’opposizione – È grave perché è una scelta profondamente divisiva, che ha lacerato e continuerà a lacerare la nostra comunità. Tanto da spaccare pure la maggioranza di centrodestra che in consiglio comunale ha dovuto fare i conti con le defezioni nei gruppi di Forza italia, di Nuovo millennio e della Lega».
«L’intitolazione di una via a Giorgio Almirante è un atto che nulla ha a che vedere con la storia della nostra comunità, e che anzi la oltraggia» precisano da Grosseto città aperta..
«Perché Almirante nulla ci ha risparmiato – proseguono – Il nostro territorio è stato profondamente insanguinato dalle politiche razziali del regime fascista che Almirante propagandò con grande zelo, di cui il campo di concentramento di Roccatederighi resta testimonianza, così come è stato insanguinato per il celeberrimo “manifesto della morte” firmato e diramato dallo stesso Giorgio Almirante».
«È per questo che la decisione assunta dal sindaco di omaggiare una figura di tal genere non costituisce soltanto un’intollerabile operazione di revisionismo storico, ma rappresenta innanzitutto un atto che va a violare il significato più profondo di ciò che è il senso stesso di essere e sentirsi comunità, aprendo nella comunità grossetana una ferita che difficilmente potrà rimarginarsi».
Anpi: «via Almirante: scelta sbagliata che l’amministrazione ha deciso di imporre alla città. Non dimentichiamo le vittime del regime fascista»
Luciano G. Calì (presidente del Comitato provinciale “Norma Parenti” dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia) intende analizzare me motivazioni de nulla osta. «Faremo le nostre valutazioni, insieme a tutte realtà che in provincia di Grosseto costituiscono la Grande alleanza democratica ed antifascista per la persona, il lavoro e la socialità, non scartando un eventuale ricorso al Tribunale amministrativo regionale» dice Calì.
«Le valutazioni – prosegue – dovranno necessariamente partire da una attenta analisi delle motivazioni contenute nelle pagine del nulla osta rilasciato dall’Ufficio territoriale del governo, per il quale presenteremo richiesta di accesso agli atti in modo da approfondire, ad esempio, il parere negativo della Deputazione di storia patria di Firenze».
Via Almirante a Grosseto è vista dall’Anpi come l’apertura di una ferita. «Ancora oggi profonda – sostiene – per i tantissimi lutti provocati attraverso il “manifesto della morte” firmato dal gerarca fascista e per una serie di motivi sufficienti a determinare apprensione per l’ordine e la sicurezza pubblica che, incredibilmente, il sindaco del capoluogo di provincia sembra ignorare o dei quali non pare volersi fare carico nonostante le precise funzioni a lui attribuite dalla legge».
Il Comitato provinciale dell’Anpi è dedicato a Norma Parenti. «Medaglia d’oro al valor militare uccisa dalla violenta repressione nazifascista – ricorda infine Calì – Proseguirà con crescente determinazione l’impegno verso quel lavoro culturale di bianciardiana memoria intrapreso in questi anni. Promuovendo una responsabilità civica sempre premiata da interesse e partecipazione, come evidenziato anche durante il seminario sull’ottantesimo anno dall’inizio della Resistenza. Ricordato lo scorso 7 settembre alla presenza di numerosi cittadini a palazzo Aldobrandeschi, sede della Provincia di Grosseto».
Il Pd in coro: «Su via Almirante è mancata la sensibilità»
«Su via Almirante a Grosseto la Prefettura doveva dimostrare una maggiore sensibilità: avrebbe dovuto valutare con maggiore obiettività ogni aspetto della vicenda e prendere in considerazione il parere negativo della Deputazione di storia patria per la Toscana, come indicato peraltro nella risposta alla interrogazione parlamentare».
Questo il commento dell’onorevole Marco Simiani, deputato Pd, Giacomo Termine, segretario provinciale del Pd, Francesco Limatola, presidente della Provincia di Grosseto, Demetrio Cozzupoli, segretario dell’Unione comunale del Pd di Grosseto, Leonardo Marras, assessore della Regione, Davide Bartolini, capogruppo in consiglio comunale a Grosseto per il Pd e Emiliano Fossi, segretario regionale del Pd.
«La pacificazione non si impone con la toponomastica ma con il rispetto di tutte le posizioni politiche e non dimenticando fatti tragici causati dalla violenza nazista e fascista. È infatti inevitabile che questa indicazione finirà con alimentare polemiche e divisioni tra la comunità cittadina creando ripercussioni di carattere sociale e politico».
«Siamo rimasti francamente delusi da questa decisione contro la quale continueremo a batterci: presenteremo a tutti i livelli istituzionali atti per impedire che la storia venga riscritta con l’avallo dei rappresentanti territoriali di governo e ministero dell’Interno».
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