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Un tavolo di confronto per la sanità maremmana

Lo chiede la Cgil per voce di Olinto Bartalucci, membro della segreteria provinciale e che si occupa del welfare
l'ospedale di Grosseto

GROSSETO. La discussione sulla sanità maremmana si scalda, in attesa dell’incontro di domani, 29 gennaio, con Giani e Bezzini  organizzato dal Pd, a Grosseto. A intervenire è di nuovo la Cgil, per voce di Olinto Bartalucci, membro della segreteria provinciale della Cgil che si occupa del dipartimento del welfare, che ha affidato a un lungo comunicato le richieste da portare all’attenzione della politica e della direzione aziendale.

Il punto di partenza è ancora una volta la delibera 88/2022, sulla riorganizzazione dei posti di cure intermedie Covid che ha lasciato Grosseto fuori dalla programmazione e che, come scrive Bartalucci, «è arrivata quasi improvvisa e senza nessuna mediazione, mentre da notizie stampa sembra venga modificata individuando una bolla Covid all’ospedale di Orbetello». Una scelta che ha suscitato sconcerto, rispetto al metodo e alla valutazione completamente sbagliata delle necessità dell’ospedale di Grosseto, aggiunge Bartalucci.

«Non si capisce se questo atteggiamento dell’Azienda sanitaria sia da attribuirsi ad approssimazione, oppure sia figlio di qualcosa di diverso e prendiamo atto che la parola concertazione è scomparsa dal “dizionario”. Eppure dovrebbe essere alla base dei rapporti tra chi rappresenta i bisogni dei cittadini (i sindacati) e chi questi bisogni li deve soddisfare (l’Azienda sanitaria). Aggiungo che l’informazione risulta essere quasi sempre carente e tardiva», prosegue il sindacalista.

Ecco i punti su cui la Cgil chiede un confronto

Dunque, in vista dell’incontro di domani con Giani e Bezzini, ecco le richieste della Cgil per avviare un tavolo di confronto tra organizzazioni sindacali e Asl, per definire gli obiettivi  della futura politica socio-sanitaria-assistenziale:

  • organizzazione della rete ospedaliera e della medicina territoriale in considerazione della pandemia in atto
  • case della comunità, ospedali di comunità, centrali operative territoriali, con quali parametri individuarli alla luce dell’irrinunciabile principio di prossimità
  • riorganizzare la medicina di base in considerazione della sempre più marcata mancanza dei medici di medicina generale, tenendo conto delle nuove figure e dei nuovi strumenti disponibili (infermieri di comunità, telemedicina etc)
  • I progetti grossetani del Pnrr.

«Tutto questo ed altro ancora, in attesa di conoscere le conclusioni del tavolo regionale istituito dall’assessora Spinelli relativamente al futuro delle Rsa pubbliche in provincia di Grosseto, nonché del documento finale degli “Stati generali della Salute” che a breve dovrebbero essere reso noto dal Consiglio regionale.

«Solo con un’idea complessiva e condivisa di riorganizzazione dei servizi sanitari e socio-sanitari, infatti, la provincia di Grosseto potrà sperare di uscire dal cono d’ombra nel quale è stata relegata per troppo tempo rispetto alle politiche sanitarie dell’Asl Sudest. Con la conseguente marginalizzazione e sottovalutazione dei problemi che in troppi casi rendono il servizio sanitario regionale poco efficace sul nostro territorio», conclude Bartalucci.

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