GROSSETO. Tutte le biciclette del mondo in piazza Dante, tutto il dolore del mondo accanto a Canapone, tutto il lacerante urlo di disperazione davanti al duomo, tutte le lacrime del mondo sulle guance scavate, a bagnare manubri, borracce, telai, i sampietrini immobili e le bandiere listate di pece. Tutte le Panda del mondo con i motori silenziosi, i fari spenti, le ruote inchiodate.
Una fotografia scattata da un autore senza nome, misterioso, senza cuore. Una firma invisibile, incorporea, che fa paura, un’ombra bianca, che guarda dallo spiraglio della porta. In silenzio. Inespressiva. Fredda. Anche soddisfatta nutrendosi dell’angoscia della gente.
Morte che provoca morte. Disegno inspiegabile di fronte al quale si china la testa senza pregare, perché non c’è un dio a cui rivolgersi, non c’è fede che possa interpretare o spiegare, non c’è immagine che possa alleviare lo strazio infinito, non esiste nulla che possa competere con il vuoto interno, nemmeno la speranza di un dopo appagante. Al dopo si preferisce l’oggi.
Autore
-
Collaboratore di MaremmaOggi. Ho viaggiato sulla carta stampata, ho parlato alla radio e alla televisione. Ora ho la fortuna e il privilegio di scrivere online su maremmaoggi.net. Come lavagna uso il cielo. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
Visualizza tutti gli articoli