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Tutto il dolore in una piazza, la città è in lutto

Una città si ferma, la tragedia di Braccagni conta 4 vittime e una comunità raccolta nel silenzio del suo dolore
Alcune foto dei ciclisti in piazza Dante

GROSSETO. Tutte le biciclette del mondo in piazza Dante, tutto il dolore del mondo accanto a Canapone, tutto il lacerante urlo di disperazione davanti al duomo, tutte le lacrime del mondo sulle guance scavate, a bagnare manubri, borracce, telai, i sampietrini immobili e le bandiere listate di pece. Tutte le Panda del mondo con i motori silenziosi, i fari spenti, le ruote inchiodate.

Una fotografia scattata da un autore senza nome, misterioso, senza cuore. Una firma invisibile, incorporea, che fa paura, un’ombra bianca, che guarda dallo spiraglio della porta. In silenzio. Inespressiva. Fredda. Anche soddisfatta nutrendosi dell’angoscia della gente.

Morte che provoca morte. Disegno inspiegabile di fronte al quale si china la testa senza pregare, perché non c’è un dio a cui rivolgersi, non c’è fede che possa interpretare o spiegare, non c’è immagine che possa alleviare lo strazio infinito, non esiste nulla che possa competere con il vuoto interno, nemmeno la speranza di un dopo appagante. Al dopo si preferisce l’oggi.

 

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