GROSSETO. Era in ufficio l’avvocata Elisabetta Fortunati quando ha sentito squillare il suo telefono e ha visto il numero verde della sua banca. Ma dall’altra parte non c’era nessun banchiere o bancario: c’erano dei truffatori pronti a provare a portarle via tutto quello che aveva nel conto. I malviventi prima si sono finti della filiale bancaria di Grosseto e poco dopo della questura.
«Mi hanno chiamata dal numero verde della banca e mi hanno detto che c’era un movimento strano sul mio conto, cioè un bonifico di 6.100 euro verso un uomo di Venezia. Ho detto che non ero stata io ad averlo effettuato. Poi mi hanno chiesto di aprire l’applicazione della banca per controllare se ci fossero altri movimenti strani – dice Fortunati – Sono stata fortunata ad essere in ufficio e a farlo dal computer, altrimenti mi avrebbero rubato i dati d’accesso e i soldi dal conto».
Ma non solo: il finto bancario le ha detto che sarebbe stata contattata dalla questura di Grosseto, a cui avevano appena mandato una Pec, per risolvere il problema.
Il truffatore: «Ci sono delle indagini in corso nella sua filiale»
L’avvocata Fortnati, per poco non c’è cascata. Quello che le ha fatto storcere il naso è stata una sottigliezza che è riuscita a notare nonostante l’ansia e l’agitazione. Si tratta della differenza fra bonifico istantaneo e urgente: il primo prevede che i soldi si spostino subito, mentre il secondo avviene nell’arco di 24 ore.
«Quando ho parlato con il finto bancario ho creduto a tutto – dice l’avvocata – Ho capito che qualcosa non andava quando ho parlato con il “poliziotto”, perché mi diceva che dovevo spostare i soldi visto che si trattava di un bonifico istantaneo e non poteva essere bloccato. Ma poco prima mi aveva detto che era un bonifico urgente. E quando gli ho fatto notare che non sono la stessa cosa mi ha detto che dovevo stare calma, altrimenti non riuscivo a seguirlo».
«Quando gli ho detto che sarei andata in banca mi ha risposto che nella mia banca c’erano delle indagini in corso perché qualcuno ha provato a toccare i conti dei clienti – continua – Poi ha iniziato a provare a convincermi a spostare i soldi in un altro conto in un’altra filiale della mia banca di Grosseto, ma non ce n’è un’altra in città. E mi diceva che non potevo spostarli neanche sul conto di mio marito, nonostante i soldi fossero miei».
Il consiglio: «Occhio ai dettagli»
Quando Fortunati ha capito che si trattava di una truffa, con una scusa ha riagganciato il telefono, nonostante il truffatore continuasse a insistere per farle fare il bonifico mentre stavano parlando. Va ricordato, che le banche non chiedono né dati personali né bancari al telefono, perché li hanno già.
«Sono corsa in filiale ancora spaventata e mi hanno assicurato che si trattava di una truffa – dice l’avvocata – Mi hanno detto che capita anche a loro di ricevere finte chiamate con le voci dei loro superiori ricreate con l’intelligenza artificiale. La truffa che è capitata a me è ben strutturata e i due erano molto bravi, io me ne sono accorta solo perché sono rimasta attenta nonostante l’ansia e per via del mio lavoro».
L’avvocata è stata fortunata, ma non a tutti capita la stessa sorte. «Menomale che ero in ufficio e ho fatto l’accesso all’applicazione della banca tramite computer: se fossi stata in auto e avessi fatto tutto dal telefono mi avrebbero svuotato il conto. Con il “banchiere” non avevo capito che fosse una truffa – dice – E il numero della questura era verosimile. Hanno giocato sul senso di fiducia che ognuno ha verso due istituzioni per provare a derubarmi».
Ma per l’avvocata non è finita qua: nel pomeriggio ha ricevuto un’altra chiamata… questa volta il “bonifico” era destinato a qualcuno di Bari. «Ci hanno provato di nuovo nel pomeriggio, perché non avevano capito se ci fossi cascata o meno – dice – E ho detto al finto banchiere che ormai sapevo che si trattava di una truffa e che li avevo già querelati».
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Collaboratrice di MaremmaOggi. Amo le bollicine, rigorosamente in metodo classico; il gin e credo che ogni verità meriti di essere raccontata. Non bevo prosecco e non mi piacciono né i prepotenti né le ingiustizie. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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