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«Sul caso Vannacci volano gli stracci in maggioranza»

Carlo De Martis (Grosseto città aperta): «La giunta pensi ai problemi della città e non sia un ring per le lotte intestine»
De Martis su Vannacci
Il consigliere Carlo De Martis (in alto a sinistra), a destra il generale Vannacci

di Carlo De Martis

GROSSETO. Con Vannacci volano gli stracci, nella maggioranza grossetana. Gino Tornusciolo, consigliere Lega in quota CasaPound, spara ad alzo zero contro Fratelli d’Italia, rea di aver impedito l’ospitata del generalissimo nella sala del consiglio comunale che era stata organizzata per il 19 settembre.

Scelta che aveva immediatamente scatenato un fiume di polemiche, come prevedibile, non potendosi ridurre un luogo istituzionale a palcoscenico per simili ‘show’.

Vannacci è stato il tormentone dell’estate 2023, in diretta concorrenza con il granchio blu, ma assai più dannoso. Per essere riuscito nell’impresa di concentrare in un solo libro tutti i luoghi comuni dell’estrema destra più retriva, xenofoba, complottista, omofoba e sessista.

In un mondo normale quel libro al massimo ambirebbe a essere sceneggiatura per una parodia di Checco Zalone, nel mondo in cui viviamo è diventato immediatamente il verbo della peggiore destra del Paese. Con il sindaco spasimante anfitrione in cerca di consensi da comparsata, chiamato a fare da relatore alla presentazione in sala consiliare.

Niente Vannacci a Grosseto

Peccato che la prevista kermesse abbia lacerato la destra grossetana in appena quarantottore, scottata da un fiume di polemiche. Tanto che, secondo le cronache, in una giunta da resa dei conti la Lega sarebbe stata messa in minoranza da Fratelli d’Italia.

Il cliché è noto, in Maremma come a Roma: la Lega gioca al rialzo (ovvero al ribasso, considerato il livello della discussione) per accaparrarsi gli elettori dei Fratelli d’Italia, impegnati al governo a darsi una ripulita, complice un temerario ministro Crosetto spintosi a porre un freno alle uscite di Vannacci. Che, però, da solo non basta a far da velo a tutti. Perché è chiaro come il sole, ad esempio a Grosseto, come lo scontro fra FdI e Lega ruoti intorno a chi sia l’erede legittimo del tetro patrimonio di luoghi comuni antistorici di cui Vannacci è alfiere.

Una zuffa su un’eredità morta, quando ci sarebbe da preoccuparsi del futuro.

Futuro già bruciato dai quattro anni persi prima di portare in consiglio il piano strutturale cittadino. Con un ritardo mostruoso sull’avvio del procedimento, per un atto che è solo la cornice per lo sviluppo urbanistico della città. In attesa – altri 4 anni? – che il sindaco e l’assessore all’urbanistica “part-time” Fabrizio Rossi realizzino il Piano operativo. Lo strumento urbanistico che concretamente permetterà a famiglie e imprese grossetane di progettare il futuro di ciascuno e di noi tutti.

Da cittadini allora auspichiamo, ed anzi pretendiamo, che le sedute di giunta siano impegnate a trattare questioni di interesse per la comunità grossetana e non siano trasformate in un ring per sfogare le lotte intestine alla maggioranza.

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