FOLLONICA. Quando i militari della guardia di finanza di Follonica erano entrati in un appartamento in centro affittato a tre uomini di origini senegalesi, non credevano probabilmente di trovare macchine da cucire, attrezzature e accessori per contraffare le più note griffe di abbigliamento sul mercato. E invece, in quell’abitazione dove vivevano diversi uomini, c’era tutto il materiale necessario per tagliare e cucire le etichette false sui capi e sulle borse.
Su richiesta del sostituto procuratore Federico Falco, il giudice per le indagini preliminari Sergio Compagnucci ha rinviato a giudizio Ibrahima Sene, senegalese di 46 anni e Malick Ka, 47 anni. Difesi dagli avvocati Maria Giovanna Nannetti e Giulio Baldi i due imputati hanno deciso di non scegliere alcun rito alternativo e di procedere con il dibattimento. Per spiegare che in quell’appartamento, di persone in estate ce ne passavano tante e che tutto il materiale sequestrato non era loro.
I due vivono e lavorano nella città del golfo da diversi anni.
Le fiamme gialle, il 24 agosto 2019, entrarono nell’appartamento dove era stata allestita una sorta di stamperia: all’arrivo degli uomini della guardia di finanza però, molti di quelli che erano nell’abitazione, se la dettero a gambe. Rimasero in tre, gli uomini che vivevano stabilmente in via Paganini e che furono denunciati per contraffazione. I finanzieri sequestrarono 155 capi di abbigliamento, 8.689 etichette, 154 bottoni e una cerniera.

Secondo le indagini della finanza, la stamperia serviva alla riproduzione delle etichette, naturalmente false, dei marchi di importanti griffe come Colmar, Gucci, Louis Vouitton, Prada, e Chanel, solo per citare le più importanti che venivano applicate ai prodotti contraffatti.
Nell’appartamento erano state sequestrate macchine da cucire tradizionali ed elettroniche, che potevano essere programmate per realizzare i marchi delle griffe da contraffare. Durante il blitz della finanza erano stati sequestrati anche 60.000 metri di filo utile per ricamare fino a 30.000 griffe: secondo le stime della finanza, con quel materiale potevano essere contraffatti circa mille capi al giorno.
La procura, che ha coordinato l’indagine della guardia di finanza, ha anche disposto che i capi contraffatti venissero sottoposti a perizia dalle case di abbigliamento.
In tre erano stati denunciati: uno di loro ha ottenuto la messa alla prova, mentre Sene e Ka dovranno presentarsi davanti alla giudice Ludovica Monachesi, al processo che si aprirà il 10 febbraio 2022.

45 anni, redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l’ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi
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