CASTEL DEL PIANO. Una vera e propria spedizione punitiva. Scattata in un bar nel centro di Castel del Piano, il 14 giugno 2020, che è costata una condanna a tre fratelli di origini turche, tutti residenti ad Arcidosso. Tre fratelli che sono stati incastrati dalle immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza.
La sera del 14 giugno, i tre si presentarono al bar per “regolare i conti” con un ragazzo di origini albanesi, che fu picchiato a sangue, colpito con una spranga di ferro e con una sedia, preso a pugni in volto. Un’aggressione di una violenza inaudita: il giovane fu portato all’ospedale di Grosseto, poi trasferito alle Scotte di Siena in gravi condizioni.
Tre fratelli condannati
È stato il giudice Marco Mezzaluna, alla fine del processo celebrato con il rito abbreviato, a condannare Abdullah Bozkurt, 32 anni, Orgur Bozkurt, 37 anni e Zindan Bozkurt, 27 anni, dovranno scontare rispettivamente 3 anni, sei mesi e 20 giorni, due anni e 8 mesi e tre anni, oltre al pagamento delle spese processuali, all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e al pagamento di una provvisionale di 10.000 euro oltre al pagamento delle spese di costituzione per 3.870 euro. I tre fratelli sono stati difesi dall’avvocato Manuele Adami.
«Voi albanesi siete delle scimmie, dei coglioni, fate schifo»: sarebbe cominciata con queste parole, pronunciate dal 32enne all’indirizzo di alcuni ragazzi che erano seduti a un tavolo fuori dal bar, la lite finita con il pestaggio. La discussione era terminata poco dopo: Abdullah Bozkurt era stato allontanato dal bar prima che la lite degenerasse. Ma venti minuti dopo, l’uomo si era ripresentato nel locale, questa volta con i suoi due fratelli e con altri due amici.
Dalle parole, ben presto si era passati alle mani: uno dei ragazzi albanesi era riuscito a fuggire e si era rifugiato nella sala biliardi che si trova al piano di sotto del bar. Ed è qui che le telecamere di videosorveglianza hanno ripreso tutte le fasi del pestaggio: il ragazzo per terra, colpito più volte con pugni e con la spranga. Nonostante fosse già esanime, era stato colpito di nuovo con i pugni, poi con una pesante sedia.
Incastrati dalle telecamere del bar
Un’aggressione ricostruita fotogramma dopo fotogramma grazie alle immagini delle telecamere, che erano state acquisite dai carabinieri che hanno svolto le indagini, coordinati dal sostituto procuratore Salvatore Ferraro.
Durante il processo, alcuni testimoni hanno spiegato che la rissa sarebbe avvenuta perché nel pomeriggio, il gruppetto di albanesi, aveva colpito inavvertitamente la fidanzata di Abdullah Bozkurt. E che quindi, la sera, i tre fratelli sarebbero tornati lì soltanto per dire ai ragazzi albanesi che avevano colpito la donna che non c’entrava nulla.
«È evidente – scrive il giudice nelle motivazioni della sentenza – che si è trattato di una vera e propria spedizione punitiva nei confronti del ragazzo albanese. Per somma sfortuna dei fratelli Bozkurt la ricostruzione degli eventi non si fonda tanto su ciò che è stato riferito dalle persone sentite dagli inquirenti, quanto su un dato oggettivo al quale gli stessi non si possono sottrarre e che li inchioda alle loro responsabilità: l’aggressione contro il ragazzo è stata ripresa dal sistema di videosorveglianza».
Il ragazzo aggredito ha avuto bisogno anche di un delicato intervento alla testa. Per questo, nel calcolo della pena, il giudice non ha riconosciuto ai tre nessuna attenuante.
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Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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