GROSSETO. Pochi giorni prima di fare fuoco contro i finanzieri, avevano pubblicato sul profilo Tik Tok un video nel quale, spavaldi, nascosti nel bosco, mostravano un fucile. Due, tre ragazzi, uno ancora minorenne.
È un colpo grosso quello messo a segno dalla procura di Grosseto che ha scritto la parola fine a uno dei fatti di cronaca più violenti e gravi successi in provincia: la sparatoria contro la pattuglia della guardia di finanza.
Un fatto gravissimo, che aveva destato preoccupazione, per il livello criminale raggiunto da chi aveva scelto i boschi per nascondersi e spacciare.

Era sabato 26 agosto 2023 quando i finanzieri entrarono a piedi nella fitta vegetazione di Querce mercata, sulla strada delle Collacchie. Avevano notato, ferma in una piazzola, l’auto di un tossicodipendente che era lì nei paraggi. Si erano insospettiti che nel bosco si nascondessero degli spacciatori. E così, erano andati a vedere se ci fosse qualcuno. Ma chi si nascondeva nella boscaglia, anziché scappare, si era messo a sparare.
Le indagini erano cominciate subito. La guardia di finanza si era messa al lavoro e uno dopo l’altro, i militari avevano individuato i quattro giovani che erano nel bosco. Uno era minorenne. Due erano stati arrestati, all’appello ne mancava uno: quello che, secondo le indagini della procura, aveva fatto fuoco.
Trovati nel bosco con 200 grammi di droga
Un’indagine, quella avviata dalla guardia di finanza, coordinate dal sostituto procuratore Giovanni De Marco che si sono spesso incrociate con quelle dei carabinieri e della squadra mobile. Perché i protagonisti di quell’assalto, gravissimo, non avevano smesso di svolgere la loro attività principale, lo spaccio.
Mercoledì 23 luglio, i carabinieri del nucleo operativo di Grosseto, che erano sulle tracce del ragazzo, hanno organizzato un blitz nei boschi di Piombino.

Hanno trovato tre ragazzi, tutti tunisini, con 200 grammi di cocaina e hashish e poche dosi di eroina. Quanto è bastato, per accompagnarli al carcere di Livorno, dove sono tutt’ora rinchiusi con l’accusa di spaccio. Dagli accertamenti è emerso però che finalmente, l’obiettivo perseguito per quasi due anni, era stato centrato. Tra loro c’era il 24enne che aveva partecipato alla sparatoria. Non solo. Il ragazzi, difeso dagli avvocati Giulio Parenti (che assiste anche gli altri due giovani) insieme al collega Francesco Virgone del foro di Pisa, avrebbe anche fatto fuoco in un appartamento di Follonica, lo scorso aprile. Ferendo gravemente un ventunenne.
A dicembre del 2023, uno dei ragazzi che era nel bosco, era stato arrestato a Canino. A lui, come all’altro giovane finito in carcere e al minorenne che era con loro, era stato però contestato il reato di spaccio. Non quello di tentato omicidio.
Droga e fucili
Di professione spacciatore, il ventiquattrenne quando è stato sorpreso dai carabinieri nel bosco a Piombino, ha dato ai militari un altro nome. Ai carabinieri è bastato fare qualche controllo per accorgersi che di fronte a loro avevano proprio il 24enne che stavano cercando da due anni.
Si era rifugiato nel Piombinese, dove aveva continuato a spacciare. Una ricerca, quella del giovane che, secondo le indagini della procura coordinate dal pm De Marco, aveva fatto fuoco sparando due colpi di doppietta contro i finanzieri, non si era mai fermata. Gli erano addosso i carabinieri, la finanza aveva cercato e trovato tracce della sua presenza nella provincia di Livorno.
Mercoledì sera, ai suoi polsi sono scattate le manette. Il 24enne sarà presto interrogato dal giudice, al quale potrà – se vorrà – spiegare i motivi di tutta quella ferocia sfociata con gli spari contro i militari. E con gli spari, ancora, contro un ventunenne all’interno di un appartamento dove aveva fatti irruzione. Per gli altri due ragazzi sarà invece fissata la convalida dell’arresto.
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